Bmw, Nota: non vediamo necessità di rivedere limiti emissioni Ue

Acea ha chiesto a Commissione più tempo per applicare nuove norme

APR 6, 2020 -

Milano, 6 apr. (askanews) – Il gruppo Bmw è “sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’Ue in materia di CO2. Non vediamo alcuna necessità di rinviare gli obiettivi di protezione del clima”. E’ quanto dichiarato da Pieter Nota, membro del Cda Bmw e responsabile clienti, brand e vendite, nella nota sulle vendite nel primo trimestre, che come unico dato positivo evidenziano una crescita delle auto elettriche con 30.692 (+13,9%) veicoli elettrificati dei marchi Bmw e Mini venduti nel mondo, a fronte di un calo delle vendite del gruppo del 20,6%, per un totale di 477.111 veicoli consegnati.

Lo scorso 25 marzo, le principali associazioni dell’industria automobilistica europea, Acea (costruttori), Clepa (fornitori), Etrma (pneumatici) e Cecra (ricambi e officine) hanno scritto alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per chiedere uno slittamento dell’applicazione delle norme e, soprattutto, delle sanzioni, antinquinamento. Da gennaio di quest’anno infatti la normativa Ue impone che almeno il 95% (100% nel 2021) delle auto prodotte e vendute dalle singole case in Europa non superi la media di emissioni dei 95g di Co2 per km, con dei bonus per le auto che inquinano meno di 50g/km. In caso di sforamento è prevista una multa di 95 euro per ogni grammo oltre il limite, moltiplicato per il numero di auto vendute in Europa. La società PA Consulting aveva realizzato uno studio in cui stimava che nel 2021 le emissioni di Bmw scenderanno a 110,1 g/km, meno del target di 102,5 fissato dall’azienda che rischia una multa fino a 754 mln di euro. Fra le case automobilistiche che rischiano sanzioni più elevate, PA segnalava Volkswagen (4,5 miliardi), Fca (2,4 miliardi), Ford (1,45 mld), Renault Nissan e Mitsubishi (1 miliardo), Psa (938 mln) e Daimler (997 mln).

Tornando ai dati sulle vendite del primo trimestre, la flessione maggiore per i marchi Bmw e Mini si è registrata in Cina (-30,9% a 116.452), mentre in Europa la flessione è stata del 18,3% (220.812) e negli Stati Uniti del 17,4% (64.692). Ad oggi circa l’80% di tutti i punti vendita in Europa e il 70% di quelli negli Stati Uniti sono chiusi a causa del coronavirus e in diversi Paesi, tra cui la Germania, per le concessionarie al momento l’attività di vendita delle auto è interrotta per legge.

“Stiamo reagendo alla situazione critica delle vendite a livello globale causata dall’emergenza sanitaria in corso e stiamo adattando in modo flessibile il nostro volume di produzione alla domanda. In questo modo, stiamo creando condizioni importanti per il proseguimento del successo economico dell’azienda”, ha aggiunto Nota. Qualche segnale positivo arriva dalla Cina “stiamo assistendo ai primi segnali di ripresa con un forte aumento degli ordini”, ha concluso Nota.