Coronavirus e gravidanza, una nuova ansia accompagna le donne

M. Cecilia Gioia (psicologa): importante sostenere le future mamme

APR 1, 2020 -

Roma, 1 apr. (askanews) – La gravidanza per la donna rappresenta un periodo di trasformazioni fisiche ed emotive, di adattamento e continue scoperte. Ma anche di incertezze e timori, soprattutto per chi si trova ad affrontarla per la prima volta. Timori che possono amplificarsi quando il contesto in cui si vive – familiare, amicale, sociale – viene stravolto da un’emergenza come quella sanitaria legata alla circolazione del virus responsabile della COVID-19. Un’emergenza che mostra di avere un notevole impatto anche sullo stile di vita della gestante, influenzando significativamente il suo stato emotivo.

Impatto che l’Associazione di volontariato “Mammachemamme” – che dal 2012 opera sul territorio calabrese per formare, informare e sostenere le madri e le loro famiglie, nel percorso della genitorialità – con il patrocinio del Movimento Italiano Psicologia Perinatale (MIPPE) ha voluto indagare avviando il 14 marzo lo studio SEG-Covid19, un’indagine epidemiologica che si concluderà a metà aprile, condotta attraverso la diffusione online di un questionario (http://www.mammachemamme.it/2020/03/14/studio-sulle-emozioni-in-gravidanza-durante-la-diffusione-del-covid-19/).

A parlarne ad askanews è Maria Cecilia Gioia, psicologa esperta in perinatalità e psicoterapeuta, in forze all’U.O. di Ostetricia e Ginecologia S. Cuore presso iGreco Ospedali Riuniti di Cosenza, che sta realizzando lo studio insieme alla psicologa, psicoterapeuta Alessia Aloi e ad Antonio Cerasa, neuroscienziato del Cnr.

“Lavorando in un reparto di Ostetricia, al momento della diffusione del coronavirus ho intercettato le difficoltà e i bisogni delle mamme in attesa che accedevano al servizio. Come associazione che da otto anni opera sul territorio calabrese e oltre – spiega M. Cecilia Gioia, fondatrice e presidente di “Mammachemamme” (www.mammachemamme.it) e socia fondatrice del MIPPE – sappiamo bene come ogni madre ha necessità di sentirsi protetta per poter proteggere, accudita per poter accudire, incoraggiata per poter infondere sicurezza al proprio bambino o bambina. Attualmente le poche notizie disponibili su COVID-19 in gravidanza sono abbastanza rassicuranti, ma visto l’esiguo numero di studi, è comprensibile registrare una forte risposta di ansia nelle donne in attesa. Lo stress che le donne in gravidanza stanno vivendo in questo periodo, – chiarisce la psicologa – è un tipo di stress che fino ad oggi non conoscevano, perché legato all’isolamento e alla riduzione dei contatti fisici. Ci chiediamo quale sarà l’impatto che questo tipo di condizione avrà sulle donne in gravidanza”.

All’indagine, in queste prime due settimane, hanno risposto oltre mille donne con un’età media di 32 anni, ugualmente distribuite nel territorio nazionale, per lo più alla 26esima settimana di gestazione. “Per misurare la percezione di pericolo per la salute della gestante, del nascituro e dei suoi familiari dovuto alla diffusione del Coronavirus è stato utilizzato un questionario ad hoc. Alle donne si è chiesto di indicare l’intensità della loro preoccupazione riguardo l’impatto del Coronavirus sulla loro salute, sull’andamento della gravidanza, i loro parenti, il lavoro e il futuro in generale della società. Il peso dei valori di questa scala insieme alle variabili cliniche-demografiche sono state inserite in un modello statistico per misurare la loro influenza sui livelli di ansia, depressione e attaccamento prenatale, valutati con test psicologici validati”.

L’analisi di questi primi dati ha evidenziato che in media “i valori di ansia e depressione delle madri studiate superavano i livelli di soglia di normalità, influenzando, a loro volta, anche i livelli di attaccamento prenatale (l’insieme di pensieri che la futura madre ha nei confronti del proprio bambino/a prenatale). Nello specifico, l’analisi statistica evidenzia che l’alta percezione di pericolo per la diffusione del virus, le difficoltà economiche e la presenza di altri figli in famiglia, sono tutti fattori che aumentano lo stato di ansia e depressione delle gestanti, influenzando l’attaccamento prenatale”.

I risultati preliminari dell’indagine confermano “l’importanza di sostenere la maternità sempre, in particolar modo in questo periodo così faticoso e limitante causato dalla pandemia del coronavirus. Negli ultimi anni un numero crescente di studi ha messo in luce un’associazione tra l’ambiente delle prime fasi dello sviluppo di un individuo e il modo in cui l’organismo si formerà. Un’analisi condotta sul cordone ombelicale, sulla placenta e sul sangue materno – sottolinea la psicoterapeuta – ha messo in evidenza che se la mamma vive un momento di forte stress e preoccupazione durante la gravidanza, il bambino che porta in pancia non solo registrerà questo stress ma ne sarà a sua volta influenzato”.

“Questo principio alla base dell’epigenetica, – prosegue – ci insegna come le modificazioni biochimiche all’interno delle nostre cellule hanno la possibilità di alterare l’espressione di alcuni geni. Espressione che è influenzata dall’interazione del nostro organismo con l’ambiente esterno, ecco perché tutta la società può avere un ruolo protettivo nell’accompagnamento alla maternità e sviluppo del bambino o bambina. Ed ecco perché – conclude M. Cecilia Gioia – è sempre importante attuare programmi di prevenzione e di supporto alle donne in gravidanza. Oggi ancora di più”.