Come il virologo Fabrizio Pregliasco commenta i dati di oggi sull’epidemia in Italia

Le parole dell'esperto dell'Università di Milano

MAR 26, 2020 -

Roma, 26 mar. (askanews) – I dati di oggi sull’epidemia da COVID-19 in Italia sono “una doccia fredda. Finora potevano dire quattro giorni di relativo abbassamento del numero dei contagi, intravedere un rallentamento della velocità dei contagi”, commenta il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, ricordando che i numeri di un giorno non sono una tendenza, in quanto “il dato giornaliero ha degli elementi di variabilità, bisogna vedere il valore della tendenza complessiva nel tempo”.

Provando a dare una spiegazione, “potrebbe essere l’effetto dell’avvicinamento al picco, con un accumulo di dati che vengono notificati oggi. Sono anche possibili delle oscillazioni, i casi notificati possono avere ritardi o avanzamenti. Può essere il dato di un solo giorno perché non c’è una sincronizzazione, ma bisogna stare attenti nei prossimi giorni”. Perché se da un lato “ci vuole tempo per vedere i risultati delle misure di contenimento e i numeri che abbiamo risentono dell’incertezza del dato notificato che è sottostimato, ormai è chiaro, non conteggiamo gli asintomatici, pesa l’iceberg degli asintomatici che non vediamo”.

Dall’altro lato resta il fatto che “la Lombardia è il centro del focolaio in Italia, da lì arrivano la maggior parte dei casi. Abbiamo due fronti, uno al Sud, dove bisogna impedire che si ripeta la stessa storia, l’altro al Nord, in Lombardia dove si deve rapidamente stringere”. Quindi “se è il dato di un giorno, può essere una mancata sincronizzazione dei dati, se non lo è si deve agire subito”.

Come? “Prima di tutto analizzando la distribuzione geografica dei casi, i dati per provincia, per capire se sono ancora rintracciabili i focolai, se il maggior numero dei casi arriva ancora da Bergamo e Brescia. Se è così attivare specifici interventi su quel territorio. Se invece ormai le mappe mostrano un ampliamento diffuso su tutto il territorio della regione non c’è scelta in Lombardia e a Milano bisogna seguire l’esempio cinese, devono diventare la nostra Wuhan. Perché è fondamentale che la città metropolitana sia difesa”. In sintesi: “A Milano la situazione non può sfuggire al controllo”.

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