Carabiniere ucciso, in video giovane americano bendato in caserma

Le immagini girate dai militari nella sera del 26 Luglio scorso

FEB 13, 2020 -

Roma, 13 feb. (askanews) – Poche domande e altrettante risposte stentate, affaticate. E’ questo l’ultimo video depositato agli atti dell’inchiesta sull’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Nelle immagini, che formano poco più di 40 secondi di filmato, si vede il giovane statunistense Christian Gabriel Natale Hjorth bendato e seduto ad una scrivania della caserma di via In Selci. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il giovane, accusato di concorso in omicidio, insieme al connazionale Finnegan Lee Elder, ed in attesa della richiesta di rinvio a giudizio, è mani dietro la schiena, una sciarpa di cotone bianconera a coprirgli gli occhi.

Nel video, che riprende un momento precedente l’interrogatorio poi avvenuto davanti ai magistrati, si sentono anche le voci di alcuni militari. “Hey maschio… Come ti chiami?”, chiedono i militari con inflessione meridionale. “Che cambia?”, risponde lui Hjorth. “Che cambia?”. Poi qualcuno nella stanza continua: “da quanto è che sei in Italia?”. “Da… Da una settimana”, risponde il ragazzo. “E che fai in Italia?”, la domanda dei militari. “Sono qui a trovare la famiglia”, risponde Hjorth. “Dove abita”, chiedono i carabinieri. “A Roma… Non so esattamente dove…”. Poi i carabinieri chiedono di una felpa di colore rosso o rosa. “Dov’è?”. Nella stanza si nota anche una ragazza con i capelli lunghi. Le luci sono accese e si sentono diverse voci.

Nelle scorse settimane la Procura – si ricorda – ha chiuso le indagini nei confronti dei militari Fabio Manganaro per aver bendato l’americano, accusato ora di misura di rigore non consentita dalla legge; e del suo collega Silvio Pellegrini, per l’accusa di abuso di ufficio e per pubblicazione di immagini di persona privata della libertà, per aver scattato la foto del giovane californiano e averla poi diffusa.

Per la magistratura con le stellette, invece, a Pellegrini è contestata l’accusa di ‘divulgazione di notizie segrete o riservate’, il reato relativo all’art.127 del codice penale militare di pace.