Preti sposati, il Papa in equilibrio tra chiusura e apertura

Esce l'esortazione "Querida Amazonia" dopo il sinodo di ottobre

FEB 12, 2020 -

Città del Vaticano, 12 feb. (askanews) – Papa Francesco non accoglie la proposta che gli aveva rivolto il Sinodo sull’Amazzonia (6-27 ottobre) di conferire l’ordine sacerdotale a diaconi sposati, ma evita di menzionare il celibato obbligatorio, nell’esortazione apostolica ‘Querida Amazonia’ pubblicata oggi, ricorda la possibilità che, ‘data la scarsità di sacerdoti’, il vescovo affidi ad un diacono ‘una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia’, e puntualizza che il proprio documento non sostituisce quello stesso documento finale del Sinodo che formulava la proposta, lasciando così socchiusa la porta alla possibilità che nella regione amazzonica un uomo sposato possa in futuro dire messa.

Dopo aver ribadito la norma ecclesiale secondo la quale solo un sacerdote può presiedere l’eucaristia (il sacramento dell’ordine sacro ‘abilita lui solo a presiedere l’eucaristia’, 87), Jorge Mario Bergoglio nota (89) che ‘nelle circostanze specifiche dell’Amazzonia, specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro. Ma hanno bisogno della celebrazione dell’Eucaristia, perché essa ‘fa la Chiesa”, scrive il Papa citando il catechismo, ‘e arriviamo a dire che ‘non è possibile che si formi una comunità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia”, prosegue citando il Concilio vaticano II. ‘Se crediamo veramente che è così, è urgente fare in modo che i popoli amazzonici non siano privati del Cibo di nuova vita e del Sacramento del perdono’. Questa ‘pressante necessità’ porta Francesco in primo luogo (90) ‘ad esortare tutti i Vescovi, in particolare quelli dell’America Latina, non solo a promuovere la preghiera per le vocazioni sacerdotali, ma anche a essere più generosi, orientando coloro che mostrano una vocazione missionaria affinché scelgano l’Amazzonia’ e a ‘rivedere a fondo la struttura e il contenuto sia della formazione iniziale sia della formazione permanente dei presbiteri, in modo che acquisiscano gli atteggiamenti e le capacità necessari per dialogare con le culture amazzoniche’. In secondo luogo, il Papa sottolinea che ‘chi presiede l’Eucaristia deve curare la comunione, che non è un’unità impoverita, ma che accoglie la molteplice ricchezza dei doni e dei carismi che lo Spirito riversa nella Comunità’ (91), precisa (92) che, di conseguenza, ‘l’Eucaristia, come fonte e culmine, richiede che si sviluppi questa multiforme ricchezza. C’è necessità di sacerdoti, ma ciò non esclude che ordinariamente i diaconi permanenti – che dovrebbero essere molti di più in Amazzonia -, le religiose e i laici stessi assumano responsabilità importanti per la crescita delle comunità e che maturino nell’esercizio di tali funzioni grazie ad un adeguato accompagnamento’, siega (93) che, quindi ‘non si tratta solo di favorire una maggiore presenza di ministri ordinati che possano celebrare l’Eucaristia. Questo sarebbe un obiettivo molto limitato se non cercassimo anche di suscitare una nuova vita nelle comunità’ e arriva ad affermare (94) che ‘una Chiesa con volti amazzonici richiede la presenza stabile di responsabili laici maturi e dotati di autorità, che conoscano le lingue, le culture, l’esperienza spirituale e il modo di vivere in comunità dei diversi luoghi, mentre lasciano spazio alla molteplicità di doni che lo Spirito Santo semina in tutti. Infatti, lì dove c’è una necessità particolare, lo Spirito ha già effuso carismi che permettano di rispondervi’.

Quanto alla citata ‘autorità’, il Papa puntualizza, nella nota 136, che ‘è possibile, data la scarsità di sacerdoti, che il Vescovo – scrive Francesco citando il secondo paragrafo del canone 517 del Codice di Diritto Canonico – affidi ‘ad un diacono o ad una persona non insignita del carattere sacerdotale o ad una comunità di persone una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia”. Una nota a piè di pagina che non precisa l’estensione sacramentale di questo esercizio.

Il Papa, dunque, non accoglie esplicitamente la proposta, discussa, votata e approvata dal sinodo di ottobre con il quorum dei due terzi, nel documento finale, di ordinare sacerdoti ‘uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile, per sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica’. Un’apertura netta che aveva suscitato molte apprensioni, già durante l’assemblea e poi successivamente, negli ambienti conservatori della Chiesa e del Vaticano, fino a far paventare ai più allarmati che Francesco potesse abolire il celibato obbligatorio, come esposto, tra gli altri, dal cardinale Robert Sarah, prefetto della congregzione per il Culto divino, che in un libro delle scorse settimane, scritto con la collaborazione del Papa emerito Benedetto XVI, è arrivato ad affermare, negando la storia e la dottrina, un legame ontologico tra ordinazione sacerdotale e celibato.

Ma Jorge Mario Bergoglio non sembra neppure chiudere la porta alla possibilità che un diacono sposato possa in futuro dire messa in Amazzonia. ‘Francesco è rimasto fedele a quanto aveva detto già prima del Sinodo’, spega a Vatican News il cardinale Michael Czerny. ‘La possibilità di ordinare uomini sposati può essere discussa dalla Chiesa. Ed esiste già, per esempio nelle Chiese orientali. Questa discussione va avanti da molti secoli, e il Sinodo l’ha liberamente affrontata, non in forma isolata, ma nell’intero contesto della vita eucaristica e ministeriale della Chiesa. Il Papa afferma nell’Esortazione che il tema non è numerico, e che favorire una maggiore presenza di sacerdoti non sarebbe sufficiente. Ciò di cui c’è bisogno è di una nuova vita nelle comunità, di un nuovo slancio missionario, di nuovi servizi laicali, di formazione permanente, di audacia e di creatività. Serve una presenza capillare di laici animati di spirito missionario, capaci di rappresentare l’autentico volto della Chiesa amazzonica. In questo modo sembra indicarci che solo così ritorneranno le vocazioni. L’Amazzonia ci sfida, scrive Francesco, a superare prospettive limitate e a non accontentarci di soluzioni che rimangono chiuse in aspetti parziali. In altre parole, la grande questione è un’esperienza rinnovata di fede e di annuncio’. Sempre su Vatican News, il direttore editoriale vaticano Andrea Tornielli afferma che ‘con la sua Esortazione, Papa Francesco testimonia uno sguardo che eccede le diatribe dialettiche che hanno finito per rappresentare il Sinodo quasi come un referendum sulla possibilità di ordinare sacerdoti uomini sposati. Questione discussa da lungo tempo e che potrà esserlo ancora in futuro, perché ‘la perfetta e perpetua continenza’ non è ‘certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio’, come ha affermato il Concilio Ecumenico Vaticano II’.

Non solo. Con la costituzione apostolica Episcopalis communio (2018), papa Francesco ha riformato il funzionamento del Sinodo, stabilendo, tra l’altro, che ‘qualora il Romano Pontefice abbia concesso all’Assemblea del Sinodo potestà deliberativa, a norma del can. 343 del Codice di diritto canonico, il Documento finale partecipa del Magistero ordinario del Successore di Pietro una volta da lui ratificato e promulgato’. E nell’esortazione Querida Amazonia pubblicata oggi il Papa, per la prima volta, chiarisce: ‘Non svilupperò qui tutte le questioni abbondantemente esposte nel Documento conclusivo. Non intendo né sostituirlo né ripeterlo’. Ancora: ‘Nello stesso tempo voglio presentare ufficialmente quel Documento, che ci offre le conclusioni del Sinodo e a cui hanno collaborato tante persone che conoscono meglio di me e della Curia romana la problematica dell’Amazzonia, perché ci vivono, ci soffrono e la amano con passione. Ho preferito non citare tale Documento in questa Esortazione, perché invito a leggerlo integralmente’. Con la sua esortazione, dunque, il Papa non intende sostituire, e anzi invita a leggere, il documento sinodale che caldeggia l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati.