Chi è Salvatore Nicitra, l’ex boss della Magliana finito ancora nei guai

Blitz dei carabinieri, 38 arresti

FEB 11, 2020 -

Roma, 11 feb. (askanews) – E’ da quasi due anni in carcere Salvatore Nicitra, ritenuto uno degli ex boss della Banda della Magliana. Oggi nei suoi confronti i carabinieri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare che chiama in causa anche altre 37 persone. I militari dell’Arma comunicano in una nota che è stata fatta anche luce su 5 cold case, quattro omicidi ed un tentato omicidio, fatti persi negli anni ’80-’90 tra Roma e l’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa.

Secondo gli inquirenti Nicitra ha, negli anni, monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia.

A parere degli investigatori Nicitra allo scopo di consolidare ilproprio potere criminale nei quartieri romani di Primavalle, Casalotti, Montespaccato, Monte Mario, Cassia ed Aurelio, non ha avuto paura di sporcarsi le mani. Con la morte di Giampiero Caddeo; con l’assassinio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli; e poi con l’omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli.

Gli inquirenti hanno ottenuto anche il sequestro beni da 15 milioni di euro. Nel decreto del Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, sono elencati beni, mobili e immobili, ritenuti utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti.A guardare le carte giudiziarie Nicitra sembrerebbe una delle importanti fgure cresciute all’ombra della banda della Magliana.

Con alcuni misteri irrisolti che lo riguardano direttamente. Come quando nel giugno del 1993 mentre Nicitra è detenuto in carcere, scompaiono il fratello Francesco e il figlio Domenico di 11 anni.

Di loro ad oggi non si ha più alcuna notizia. I giudici del processo alla banda della Magliana dedicano più di un passaggio alla fgura di Nicitra. Di lui scrivono gli investigatori: “è un esponente di primo piano della criminalità romana, e gli elementi probatori raccolti nel presente procedimento hanno evidenziato suoi ripetuti contatti con elementi della banda della Magliana”.

Signifcativo è il ritratto che ne fa il giudice istruttore Otello Lupacchini nell’ordinanza-sentenza contro la banda della Magliana: “Salvatore Nicitra, siciliano, con trascorsi di rapinatore, già amico di Franco Giuseppucci e referente di Enrico De Pedis per la commercializzazione della droga nella zona di Pimavalle, il quale per la sua capacità di gestire il gioco, venne anch’egli arruolato nella banda per conduzione di circoli privati. Quest’ultimo, tra l’altro disponeva già una propria batteria, in confitto con Bebo Belardinelli, operante anch’egli a Primavalle e a sua volta nemico di Danilo Abbruciati”.

In un altro passaggio Salvatore Nicitra viene descritto come: “personaggio di spicco dell’organizzazione capace di esercitare e godere notevole ascendente nei confronti dei consociati, il quale non ha disdegnato, in passato, di ricorrere a minacce, intimidazioni e violenze nei confronti di quanti si siano opposti alla sua volontà, facendo anche leva sull’attestato ‘vizio totale di mente’, riconosciutogli in passate sentenze penali di cui egli stesso si fa vanto”.

Nell’ultimo saggio dei procuratori di Roma, Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, si spiega che se c’è un luogo in cui le “mafe di ieri e le mafe di oggi” si incontrano generando nuovi “modelli criminali” questo è drammaticamente il territorio romano, e in particolar modo, le “periferie” che rappresentano per densità di popolazione e la storia socio-economica, contrariamente alla definizione, il vero centro di Roma. Le periferie rappresentano una “ricchezza” che le mafie hanno, purtroppo, individuato prima di altri.Guarda caso proprio oggi davanti ai giudici della I corte d’assise dovrebbe andare a sentenza il processo che riguarda Massimiliano Crea, un presunto boss di ‘Ndrnangheta con affari a Roma la cui figlia ha sposato il figlio di Nicitra.

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