Quello che sappiamo sul coronavirus cinese

Contagi, rischi, città in isolamento, Fiumicino, le cifre, la genesi del patogeno

GEN 23, 2020 -

Roma, 23 gen. (askanews) – Ufficialmente, il numero totale di contagi del virus che ha colpito la Cina è aumentato a 634, mentre il numero delle vittime resta stabile a 17. Lo ha reso noto la televisione di stato cinese. Il bilancio delle vittime sale a 17. Il numero dei casi accertati sta aumentando, visto che il precedente bollettino parlava di 500 contagi.

Intanto è stato disposto l’isolamento di un’altra città della Cina, oltre a Wuhan, per tentare di arginare l’epidemia del nuovo virus già costato la vita a 17 persone. Il trasporto pubblico smetterà di funzionare dalla mezzanotte di oggi a Huanggang, nella provincia cinese di Hubei, per evitare l’ulteriore diffusione del nuovo ceppo di coronavirus. Lo ha annunciato in una nota l’amministrazione della città, la seconda più grande della provincia con oltre sette milioni di abitanti.

“Dalla mezzanotte del 23 gennaio, il trasporto dei passeggeri attraverso bus e auto sarà provvisoriamente sospeso, come il traffico ferroviario in uscita. I residenti che non hanno esigenze speciali non devono lasciare la città”, si legge nella nota. Molti Paesi hanno annunciato che sottoporranno a screening i viaggiatori alla ricerca di segni di infezione. Wuhan, con i suoi 11 milioni di abitanti, è al centro dell’epidemia e dove si ritiene che abbia avuto origine il virus.

Potrebbe essere il serpente l’animale selvatico ospite intermedio del nuovo coronavirus che sta causando l’epidemia di polmonite in Cina. Lo dimistrerebbe uno studio pubblicato sul Journal of Medical Virology. Il virus sarebbe nato da una combinazione di coronavirus individuato in pipistrelli e un coronavirus sconosciuto che probabilmente risiedeva nei serpenti. I ricercatori hanno appurato che i pazienti infettati erani stati in qualche modo a contatto con animali selvatici o mercati dove questo tipo di animali veniva trattato o venduto.Intanto oggi si svolgerà un nuova riunione dell’Oms, che prima di prendere decisioni in merito al coronavirus ha chiarito di aver bisogno di ulteriori informazioni.

Le oltre 200 persone, tra passeggeri e equipaggio, arrivate all’aeroporto di Roma Fiumicino da Wuhan, questa mattina con un boeing 787 della China Southern Airlines, sono risultate negative ai controlli sul coronavirus cinese con gli scanner termometrici che misurano la temperatura corporea. Una buona notizia, ma non risolutiva. Perché tra chi è atterrato nella Capitale, ed è stato lasciato libero di allontanarsi dall’aeroporto, dopo i test nel “canale sanitario” previsti dalla procedura sanitaria gestita dall’USMAF SASN, gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera del Ministero della Salute, potrebbe esserci qualcuno che ha il virus ancora in una fase di incubazione (14 giorni), senza sviluppare i sintomi, come la febbre, rilevabili dagli scanner termometrici.

Nessun allarmismo, ma il rischio che il virus cinese si manifesti nei prossimi giorni c’è. Un dato ovvio, ma forse non nel caso di un potenziale contagio. Come conferma ad askanews Giovanni Rezza, responsabile del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, “certo questo rischio c’è, anche se certamente gli scanner fanno un primo screening già utile. Il ministero della Salute sta dando comunque indicazioni precise su cosa devono fare i passeggeri se si presentassero i sintomi, a chi si devono rivolgere. Ma è chiaro che se il virus è in incubazione può manifestare i sintomi nei prossimi giorni, come è successo anche a New York. Mi sembra logico, in ogni caso, che chi dovesse sviluppare sintomi abbia poi anche tutto l’interesse a farsi controllare”.

Int2