Foggia, Dia: contesto ambientale omertoso e violento

Rapporto semestrale

GEN 17, 2020 -

Roma, 17 gen. (askanews) – Nella provincia di Foggia, il forte legame dei gruppi criminali con il territorio, i rapporti familistici di gran parte dei clan foggiani e la massiccia presenza di armi ed esplosivi favoriscono un contesto ambientale omertoso e violento. Lo si legge nella relazione semestrale al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia.

L’assoggettamento del tessuto socio-economico, quando non è direttamente connesso agli atti intimidatori perpetrati dalle cosche, è il risultato della diffusa consapevolezza che la mafia di quella provincia è spietata e punisce pesantemente chi si ribella. In questo contesto, a Cagnano Varano, il 13 aprile 2019, è avvenuto l’omicidio del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri, Vincenzo Di Gennaro, evento che seppur non direttamente legato a dinamiche di criminalità organizzata, trova la propria origine nel generalizzato clima di violenza di quelle aree dove “…avamposti criminali si radicano sul territorio, dove una persona in divisa viene percepita come una presenza estranea o addirittura nemica…”.

L’analisi degli assetti interni alle consorterie criminali pugliesi attesta, anche per il semestre in esame, la peculiare eterogeneità della mafia foggiana, suddivisa nelle tre distinte articolazioni della società foggiana, della mafia garganica e della malavita cerignolana. Ciononostante, importanti esiti giudiziari confermano come il fenomeno mafioso in Capitanata, analogamente a quanto avvenuto in passato per le altre mafie italiane, sia avviato verso forme più strutturate e sistematiche di organizzazione. Segnali di questa evoluzione, peraltro già monitorati anche lo scorso semestre, trovano riscontro nel ruolo di centralità assunto dalla società foggiana strumentale al controllo monopolistico delle attività illecite, al superamento delle criticità causate dalle attività di contrasto delle FF.PP., ed ai magmatici rapporti interni tra le stesse consorterie. Si configura, quindi, una tendenza al superamento di quelle forme di instabilità e conflittualità tipiche della camorra campana, cui la mafia foggiana è legata per ragioni di criminogenesi, per protendere verso nuovi assetti organizzativi, più consolidati e fondati su strategie condivise, emulando in tal modo, anche in un’ottica espansionistica, la ‘ndrangheta. Le indagini dimostrano, inoltre, come anche nella provincia di Foggia si stia consolidando un’area grigia, punto di incontro tra mafiosi, imprenditori, liberi professionisti e apparati della pubblica amministrazione. Una “terra di mezzo” dove affari leciti e illeciti tendono a incontrarsi, fino a confondersi. Lo scioglimento dei Consigli comunali di Monte Sant’Angelo e Mattinata, nonchè quelli di Manfredonia e Cerignola intervenuti nel mese di ottobre 2019 – di cui di dirà nella prossima Relazione semestrale – sono indicativi di questa opera di contaminazione.