Miele, in Toscana l’annata peggiore degli ultimi 40 anni

Nel 2019 produzione in calo dell'85%, l'allarme della Cia

GEN 16, 2020 -

Roma, 16 gen. (askanews) – Un’annata 2019 drammatica per il miele toscano, con un crollo delle produzioni dell’85% dovuto alle condizioni climatiche; una concorrenza insostenibile dei paesi extraeuropei, Cina in primis, che possono contare su costi di produzione minori di cinque volte e di regole meno â€stringenti’ che però lasciano dubbi sulla qualitĂ  del prodotto finale. E’ allarmante secondo Cia Agricoltori Italiani della Toscana il quadro regionale e nazionale del mercato del miele che emerge.

Impossibile competere con i prezzi del prodotto da importazione: troviamo negli scaffali della Gdo vasetti di miele da mezzo chilo a 1,29 euro, mentre un prezzo remunerativo per la stessa quantità di miele prodotto in Italia è di almeno 5 euro per il millefiori e da 6 euro per il monofloreale.

“Oltre ad annate che possono essere climaticamente negative – commenta Luca Brunelli, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana – con poca produzione (anche se questo non è coinciso con l’aumento dei prezzi) il settore deve fare i conti con la concorrenza del prodotto estero che merita molta attenzione non solo nei confronti degli agricoltori produttori di miele ma anche verso i consumatori. E’ necessario avere regole più attente a tutela del reddito e della competitività delle aziende, partendo dalla definizione di miele fra Europa e Cina”.

Per Paolo Pescia, apicoltore livornese, con 2.300 alveari (primo produttore regionale) dislocati in diverse aree della Toscana (dalla montagna pistoiese alla Maremma, a seconda delle diverse fioriture) testimonia le difficoltà del settore: “Il 2019 è stato il peggiore degli ultimi 40 anni per la produzione di miele – sottolinea Pescia – a causa del clima. Ma quello che resta sono i problemi di mercato: i costi di produzione sono molto alti (la prima voce è il personale) superiori di 5 volte rispetto ai paesi extra UE. Quindi oltre a valutare il prezzo del prodotto finale, che dovrebbe essere maggiore di almeno 5 volte, bisognerebbe analizzare la qualità del miele che arriva da fuori nei nostri scaffali. Il miele importato viene prodotto con regole diverse e questo il consumatore lo deve sapere”.

Nel 2018, la produzione di miele nell’UE è stata di 283.000 tonnellate. Tuttavia, l’UE non è autosufficiente e importa circa il 40% del miele da paesi terzi, Cina ed Ucraina su tutte. Come spiega un recente rapporto del Copa-Cogeca, sul mercato interno cinese, il miele viene venduto ad un prezzo compreso tra 9,02 e 36,09 €/kg mentre il prezzo all’importazione del miele cinese destinato all’UE è compreso tra 0,90 e 2,71€/kg. Questa differenza di prezzo non può essere spiegata diversamente che da un’aggiunta massiccia di sciroppo di zucchero, dal costo compreso tra 0,45 e 0,54 €/kg. Gli esperti ritengono che il volume totale delle importazioni di “miele” cinese sia costituito al 70% da sciroppo e al 30% da miele. Le miscele con un prezzo superiore a 0,99 €/kg (miele molto diluito con sciroppo) non possono essere rilevate attraverso tecniche ufficiali e quelle più sofisticate non rilevano le miscele con un prezzo superiore a 2,17 €/kg (miele poco diluito con sciroppo). Mentre a partire da 3,16 €/kg non ci siano più tracce di sciroppo nel miele.