Mamma sfonda con auto cancellata caserma dopo arresto del figlio

Sede carabinieri S.S. Giovanni. Arrestata 51enne nomade bosniaca

GEN 14, 2020 -

Milano, 14 gen. (askanews) – Una nomade bosniaca pregiudicata di 51 anni è stata arrestata verso le 4 di questa mattina a Sesto San Giovanni (Milano) dopo aver parzialmente sfondato con un camion un pezzo di cancellata della caserma dei carabinieri in via Luigi Pirandello 235, dove il figlio 26enne si trovava in stato di arresto.

Lo ha riferito l’Arma, spiegando che il giovane (con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona), dopo essere sfuggito ad un primo controllo in strada, era stato fermato un paio di ore prima a Cinisello Balsamo (Milano). Dalle verifiche effettuate era emerso che il 26enne era stato allontanato dall’Italia nel novembre scorso in ottemperanza di un ordine di espulsione che gli vietava di rientrare nel nostro Paese per cinque anni. Dichiarato quindi in arresto per reingresso illegale nel territorio nazionale, il giovane aveva telefonato ai parenti e chiesto loro di portargli i propri effetti personali prima di essere trasferito nel carcere di Monza, e poco dopo al Comando erano arrivati sua moglie, sua sorella minorenne e sua madre che avevano consegnato al corpo di guardia un borsone. Le tre erano quindi risalite sul vecchio furgone cassonato Iveco con il quale erano arrivate, rimanendo per un’oretta circa ferme nel parcheggio di fronte alla caserma, fino a quando la 51enne al volante si era messa a lampeggiare più volte con gli abbaglianti in direzione della caserma e poi si era improvvisamente lanciata a tutta velocità contro la cancellata, creando una piccola breccia. Dopo essere stata bloccate, la guidatrice è stata accusata di distruzione di opere militari e poi multata dalla polizia stradale intervenuta sul posto per i rilievi, per danneggiamento in seguito a sinistro stradale, per eccesso di velocità e per aver superato il numero di persone trasportate a bordo del camion.

Portata in ufficio, la donna ha avuto un malore ed è stata accompagnata all’ospedale di Cinisello dove però è stata dimessa quasi subito senza giorni di prognosi, e poi acccompagnata nella casa circondariale di San Vittore a Milano.