Carceri, garante Campania: morto a Poggioreale malato terminale

Ciambriello: aveva certificato incompatibilità regime in cella

GEN 2, 2020 -

Napoli, 2 gen. (askanews) – E’ morto in carcere nonostante un certificato di incompatibilità con il regime carcerario redatto per le sue critiche condizioni di salute a causa di un tumore all’intestino con metastasi. E’ quanto denunciato dal garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, riferendosi al caso di un 47enne deceduto lo scorso 27 dicembre presso l’ospedale Cardarelli di Napoli dove era stato trasferito dalla casa circondariale di Poggioreale. Il garante della Campania parla di “violazione dei diritti costituzionali per il mancato differimento della pena” e di “trattamento contrario al senso di umanità” ricostruendo la storia di Giovanni De Angelis che era evaso domiciliari e trasferito in cella. “Ha avuto colloquio con me il 3 dicembre e dopo diversi solleciti a livello sanitario, il detenuto è stato portato all’ospedale Cardarelli, dal quale veniva dimesso con prognosi tumorale che annunciava ‘una vita breve’ – si legge in una nota di Ciambriello – Sollecitata da me, la Direzione sanitaria del carcere di Poggioreale mi confermava che il 5 dicembre aveva emesso un certificato di Incompatibilità col regime carcerario”. “Voglio qui ricordare che nella nostra regione si contano sulle dita di una mano le dichiarazioni di Incompatibilità col regime carcerario”, ha aggiunto il garante. Il 19 dicembre 2019 De Angelis ha avuto un altro colloquio con una collaboratrice di Ciambriello “nel quale risultava depresso, confuso, e affetto da schizofrenia indifferenziata”. “Dalla fine del mese di novembre, e per l’intero mese di dicembre, il suo avvocato ha chiesto senza ottenere alcuna risposta, al Tribunale di Sorveglianza di Napoli una concessione di misura alternativa alla detenzione – prosegue – Il 27 dicembre scorso, dal carcere di Poggioreale è stato allertato il 118, il detenuto è stato portato al Cardarelli dove è morto. Pare che lo stesso 27 dicembre fosse arrivata l’autorizzazione del magistrato di Sorveglianza, alla detenzione domiciliare presso l’abitazione della sorella in Napoli”. “Non è accettabile – conclude Ciambriello – che un detenuto muoia in uno stato di detenzione dopo che, per una patologia nota e conclamata, è stata dichiarata l’incompatibilità con il regime carcerario. Non si può morire di carcere e in carcere”.