Diabetologia d’eccellenza, ma i pazienti potrebbero fare di più

troppi, ancora, fumatori e obesi

NOV 29, 2019 -

Roma, 29 nov. (askanews) – I centri diabetologici italiani continuano a migliorarsi. Aumenta infatti la percentuale di pazienti, seguiti presso le strutture diabetologiche del SSN, a cui vengono controllati: emoglobina glicata, peso, colesterolo, pressione, funzionalità renale, fondo dell’occhio. E aumentano i pazienti che in queste misurazioni raggiungono valori desiderabili per un buon controllo della malattia. Cresce l’impiego dei nuovi farmaci per curare il diabete, diminuisce l’uso delle sulfaniluree (che danno ipoglicemie), mentre è stabile l’insulina. Sei pazienti su dieci accedono ai massimi livelli di qualità della cura. Ma non mancano le “zone d’ombra”: ancora insufficienti i controlli del piede diabetico, pressione fuori controllo per quasi un paziente su due, troppi fumatori e soprattutto troppi obesi, in particolare tra le donne.

Questi sono alcuni dei dati emersi dall’ultima edizione degli Annali AMD, l’indagine condotta periodicamente dall’Associazione Medici Diabetologi per fotografare la qualità dell’assistenza diabetologica erogata nel nostro Paese. Lo studio, di cui è stata presentata un’anticipazione oggi in occasione del 22° Congresso Nazionale AMD in corso a Padova, ha riguardato 33.172 pazienti con diabete tipo 1 e 462.600 con tipo 2, seguiti presso 255 servizi di diabetologia su tutto il territorio nazionale, pari a più di un terzo del totale.

“Il 53% del campione ha un’emoglobina glicata ‘a target’ (< 7%), oltre il 63% ha il colesterolo LDL (cattivo) nella norma, ma bisogna ancora lavorare sulla pressione arteriosa e sugli stili di vita; per la prima volta diminuisce la quota di soggetti obesi, ma sono comunque ancora troppi (40%)", illustra Valeria Manicardi, Coordinatore del Gruppo Annali AMD. "Sul fronte dei trattamenti, il 32% dei pazienti con DM2 utilizza insulina, da sola o associata ad altra terapia, l'impiego di sulfaniluree e glinidi scende sotto il 20% e crescono i farmaci più innovativi. Gli inibitori del DPP4 passano, infatti, dal 18% della rilevazione precedente (2016) al 21% di quest'ultima; gli inibitori SGLT2 dal 4 arrivano al 9,6%, mentre gli agonisti del GLP1 salgono solo dal 3,7 al 5,8%. SGLT2i e GLP1-RA hanno dimostrato di proteggere cuore e reni e quindi di salvaguardare meglio la salute delle persone con diabete, pertanto ci saremmo attesi un aumento più consistente. Tra i pazienti con DM1 aumentano quelli che utilizzano i microinfusori, che passano dal 12 al 17%".

AMD ha pubblicato di recente anche due Monografie dedicate ad analizzare come cambia la qualità di cura a seconda delle singole Regioni e a seconda del genere, sulla base dei dati della Campagna Annali 2018. “Abbiamo osservato – prosegue Manicardi – come le Regioni che hanno aderito con più centri alla raccolta dati (soprattutto al Nord) siano anche state quelle con i migliori risultati di salute: Lazio e Sardegna, in particolare, hanno percentuali più alte di pazienti con emoglobina a target; sul colesterolo invece vanno meglio Piemonte, Lombardia, Friuli, Veneto e Trentino. Relativamente all’utilizzo dei farmaci, c’è ovviamente una grande variabilità che dipende anche dalle diverse possibilità prescrittive vigenti nelle singole Regioni. Per quanto riguarda, invece, le differenze di genere, i dati disponibili non hanno evidenziato un problema di sotto-trattamento delle donne rispetto agli uomini (come segnalato dalla letteratura internazionale) ma, a parità di trattamento, le prime hanno esiti peggiori: sono più obese, hanno un peggiore compenso del diabete e soprattutto un peggiore profilo lipidico – quindi un peggiore profilo di rischio cardiovascolare – oltre a una peggior funzionalità renale. Questo suggerisce che vi siano differenze biologiche e di risposta ai farmaci che dovranno essere approfondite nell’ambito della ricerca”.

“L’iniziativa Annali da quasi 15 anni traccia l’evoluzione dei profili assistenziali delle persone con diabete, seguite presso i servizi diabetologici italiani”, spiega Nicoletta Musacchio, Presidente di Fondazione AMD. “Dal confronto fra i dati attuali e quelli passati ogni singolo centro può auto-valutarsi e identificare le aree critiche per cui attivare processi di miglioramento. Oggi vogliamo fare un ulteriore passo avanti, proiettando gli Annali nell’era dell’Intelligenza Artificiale, che permette di analizzare database enormi ed eterogenei e di ottenere valutazioni predittive dei fenomeni. L’obiettivo è quello di integrare i dati AMD con gli archivi informatizzati della Pubblica Amministrazione, al fine di sviluppare un modello predittivo dei fabbisogni del SSN. Per chi, come AMD, possiede la cultura della raccolta del dato informatizzato e ha il privilegio di possedere un importante database clinico, procedere al linkage fra il proprio DB clinico e i DB amministrativi (anagrafe, prescrizioni farmaceutiche, prestazioni ambulatoriali, ricoveri ospedalieri, elenco possessori esenzione per patologia) appare la più ‘fisiologica’ evoluzione dell’iniziativa Annali. Rilevante potrà essere il contributo che ne deriva, non solo per misurare l’efficacia dei differenti percorsi di cura, ma anche per amplificare la possibilità predittiva del Machine Learning e dell’Intelligenza Artificiale, nella direzione di una vera diabetologia di precisione”.