Diabete: su inerzia terapeutica alleanza Italia-Usa

Il punto al 22^ Congresso Nazionale Medici Diabetologi (Amd)

NOV 28, 2019 -

Padova, 28 nov. (askanews) – Una rincorsa che può durare troppo a lungo. Gli specialisti la definiscono “inerzia terapeutica”, ed è il ritardo con cui ogni paziente con diabete tipo 2 ha accesso alla cura migliore per il proprio specifico caso. Una “rincorsa” che non riguarda solo la prima terapia, ma anche la ricerca della cura più appropriata quando il trattamento in atto risulti non più efficace. E mentre la terapia “non fa il suo dovere”, la malattia progredisce in silenzio, con il rischio di andare incontro alle sue temibili complicanze e ai costi che ne conseguono. Con l’obiettivo di contrastare il problema dell’inerzia terapeutica, l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e l’American Diabetes Association (Ada) uniscono gli sforzi e avviano una partnership, presentata a Padova in occasione del 22° Congresso Nazionale Amd. 

“Durante il Congresso, oltre agli argomenti scientifici più d’attualità, come l’approccio alle complicanze e l’uso di farmaci e tecnologie innovativi, discuteremo modelli organizzativi in grado di garantire equità, qualità e sostenibilità delle cure, nonché i processi di pensiero che determinano le azioni dei diabetologi per la riduzione dell’inerzia terapeutica”, afferma Domenico Mannino, presidente Amd. “All’inerzia terapeutica è dedicato un simposio congiunto con l’American Diabetes Association, in cui abbiamo l’onore di ospitare Robert Eckel, tra i più autorevoli opinion leader della diabetologia a livello mondiale. Questo momento segna l’inizio di una collaborazione con i colleghi d’oltreoceano volta proprio a ridurre gli effetti dell’inerzia terapeutica”.

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