Abusi in Chiesa, la denuncia di Schoenborn: Sodano non mi credette

Arcivescovo di Vienna contro il decano del collegio cardinalizio

NOV 28, 2019 -

Roma, 28 nov. (askanews) – Il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, ha raccontato dello scontro verbale che ebbe con l’ex Segretario di Stato vaticano, Angelo Sodano, oggi decano del collegio cardinalizio, in merito agli abusi sessuali sui minori.

L’episodio è noto ma era sempre stata circondata da un alone di riservatezza. E invece in una lectio alla università di Vienna, il porporato ha svelato i dettagli di quella vicenda.

Schoenborn venne in contatto con le vittime di pedofilia nel 1995 dopo che il suo predecessore, il cardinale Hans Hermann Groer, venne accusato di abusi. Nei tre anni seguiti alla sua nomina, ha ricordato, ascoltò le loro testimonianze, ed è stato “traumatico scoprire quanto l’abuso sessuale del clero è legato con il sacramento della Riconciiazione e scoprire che spesso inizia nel confessionale”. Alla fine, giunse alla conclusione che quello che le vittime gli avevano detto era vero . A marzo del 1998, Schoenborn ed altri tre vescovi austriaci dichiararono pubblicamente che erano arrivati alla “certezza morale” che le accuse contro Groer erano “sostanzialmente” corrette. Pochi mesi dopo, nel corso della periodica visita “ad limina” a Roma, i vescovi austriaci criticarono il modo in cui la Chiesa aveva (male) accolto le denunce contro Groer, nel rapporto preparato per il Papa, ma un vescovo, Kurt Krenn di Sankt Poelten, strenuo sostenitore di Groer, attaccò i suoi confratelli vescovi di mentire e di avere preparato una trappola.

“Ho sperimentato la stessa cosa nella mia controversia con il cardinale Sodano, che mi ha letteralmente detto in faccia: ‘Vittime? Questo è quello che dici tu!”.

Era il 2010, in pieno pontificato Ratzinger. Sodano, in occasione delle cerimonie di Pasqua, prese la parola in piazza San Pietro per affermare che le informazioni sugli abusi sessuali su minori perpetrati da preti pedofili erano solo “un chiacchiericcio”. In un colloquio riservato con alcuni giornalisti, poi pubblicato, Schoenborn espresso il proprio sconcerto per quella che definì una “pesante offesa per le vittime”. A giugno Schoenborn fu convocato da Bendetto XVI, suo mentore in passato, e dovette esprimere al Pontefice il proprio “dispiacere” per le interpretazioni date ad alcune sue affermazioni sul conto di Sodano, in un’udienza a porte chiuse alla quale poi si unirono anche lo stesso Sodano e il suo successore quale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

“Alcune persone in Vaticano mentirono”, ha detto ora Schoenborn. Hanno umiliato le vittime per proteggere la Chiesa, “ma la Chiesa è meglio servita quando la verità è rivelata. ‘La verità vi renderà liberi'”.

In una lectio di 50 minuti, raccontata sul Tablet da Christa Pongratz-Lippitt, l’arcivescovo di Vienna ha detto che dopo aver ascoltato per oltre venti anni le vittime dei preti abusatori è giunto alla conclusione che l’abuso sessuale e spirituale – “ma soprattutto l’abuso di potere clericale” – è “una realtà enorme” nella Chiesa cattolica.

Quanto a Benedetto XVI, egli ha approntato “una diagnosi che non voglio criticare ma voglio solo correggere citando alcune cifre. Benedetto è dell’opinione che l’abuso sessuale clericale ha le sue origini nel movimento del 1968. Le cifre per l’Austria mostrano un immagine totalmente differente”. In particolare, in Austria il 60 per cento dei casi è stato commesso tra il 1940 e il 1969. Il numero è sceso al 29 per cento tra il 1970 e il 1979 e al mero 0,9 per cento dal 2000. Il fatto che la maggior parte degli abusi sia avvenuto prima del Concilio vaticano II fa pensare, ha sottolineato Schoenborn, che ha puntato il dito contro il sistema chiuso che vigeva nella Chiesa prima del Concilio: “Nei sistemi chiusi l’abuso avviene molto più frequentemente che in quelli aperti”.