Condannati a Rimini gli autori dell’uccisione di un lupo

Wwf chiede pene più severe per uccisione di specie protette

NOV 21, 2019 -

Roma, 21 nov. (askanews) – Si è concluso oggi il processo, a due anni dall’avvio, nei confronti di tre imputati di un’azienda agricola nell’area di Rimini accusati, e oggi condannati, per la barbara uccisione di in lupo che venne poi appeso in pubblico, a Coriano, il 4 novembre 2017. Le indagini, curate con successo dai Carabinieri forestali di Rimini, svelarono un episodio agghiacciante: il povero animale era stato avvelenato con topicida, poi trafitto con un forcone e appeso alla fermata di un bus.

E’ appena il caso di ricordare che il lupo è una specie super protetta da leggi europee, internazionali e italiane ed è l’unico predatore che possa contribuire a riequilibrare la presenza di altri animali selvatici considerati “problematici”, a cominciare dai cinghiali che rappresentano una buona percentuale nella dieta del lupo.

I tre imputati hanno patteggiato, per cui le pene inflitte non sono “esemplari” come ci sia aspettava. Il WWF, che si è costituito parte civile nel processo, ritiene comunque si tratti di un ottimo esito processuale: è infatti uno dei primi casi di condanna – anche rapida considerando i tempi della giustizia italiana – per l’uccisione di un lupo . Il WWF ringrazia per l’ottimo lavoro l’avv. Francesco Damiani di Faenza, anche per il prezioso contributo che da anni dona alla tutela della legalità e della Natura.

Questo positivo esito processuale dimostra due fatti : l’importanza di intervenire con indagini tempestive e professionali, per le quali ringraziamo i Carabinieri forestali; la necessità ormai improrogabile di intervenire con una modifica legislativa che adegui il sistema sanzionatorio per l’uccisione di specie protette come il lupo, trasformando i reati contravvenzionali in “delitti”, come che il WWF Italia chiede da tempo, anche forte delle 55.000 firma di raccolte nell’ambito della Campagna Stop ai crimini di natura.