Mafia, confiscati beni per 600mila euro a boss del clan Brancaccio

Due società nel settore edile riconducibili a Giuseppe Guttadauro

NOV 20, 2019 -

Roma, 20 nov. (askanews) – I carabinieri del ROS, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, hanno eseguito un decreto di confisca di beni per circa 600.000 (due società che operano del settore edile, di cui una titolare anche di 19 libretti al portatore) nei confronti di Giuseppe Guttadauro, pluricondannato per partecipazione ad associazione mafiosa, ritenuto il vertice del clan mafioso “Brancaccio” di Palermo.

Dal punto di vista oggettivo, il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione – ha ritenuto inoltre provata l’ammissibilità della proposta di confisca, la diretta riconducibilità dei beni al boss e la sussistenza di sufficienti indizi che hanno indotto a ritenere che i beni siano stati frutto di attività illecite o che ne abbiano costituito il reimpiego e che comunque siano stati sottoposti alla diretta gestione economica e amministrativa da parte di Guttadauro.

Durante le indagini sono stati monitorati, captati e riscontrati i rapporti di Guttadauro con alcuni soggetti (titolari formali delle imprese ma di fatto prestanome dell’esponente mafioso), rapporti che hanno chiarito gli interessi diretti e il ruolo direttivo occulto svolto dall’uomo nella gestione delle società confiscate. Gli esiti complessivi delle indagini hanno permesso di individuare l’epoca in cui sono state concretizzate la fittizia intestazione delle due società e il connesso occulto investimento da parte di Guttadauro, elementi che hanno infine portato alla emissione del provvedimento di confisca.