Confagri: olio di oliva, raccolta 2019 in aumento del 31%

Ma a livello mondiale scorso anno siamo stati superati da Grecia

NOV 18, 2019 -

Roma, 18 nov. (askanews) – Cresce la produzione di olio di oliva in italia. Dopo l’annus horribilis 2018, quando la produzione crollò a 175mila tonnellate, nel 2019 secondo le stime di Confagricoltura il nostro paese dovrebbe riuscire a mettere a segno un incremento del 31%, a meno che nell’ultima fase del ciclo produttivo non si verifichino importanti avversità meteorologiche o fitopatie.

Questo risultato deriva da diffuse contrazioni della produzione di olive nelle regioni del Nord e del Centro (escluso Abruzzo) e dall’incremento generalizzato registrato nelle regioni del Sud, dove la Puglia (di gran lunga maggior produttrice) segna +65%.

Molto più ottimistiche le previsioni della Commissione dell’Unione Europea, che per il nostro Paese ipotizza, nel 2019, un incremento della produzione di olio di oliva del 100%, cioè un raddoppio rispetto al 2018, pari a 350 mila tonnellate. Confrontando le produzioni di olio d’oliva del periodo 2008-2019, sarà comunque il quarto peggior risultato produttivo (229 mila tonnellate), dopo quelli del 2018 (175), 2016 (182) e 2014 (222). Rispetto al quadriennio 2008-2011, la produzione media di olio d’oliva del quadriennio successivo (2012-2015) è diminuita del 13%, e quella del quadriennio 2016-2019 è ulteriormente diminuita del 36%.

Le stime 2019 sulla produzione di olio d’oliva del Centro Studi Confagricoltura tengono conto di una resa media in olio della produzione di olive di circa 14%, come riscontrata nel 2018. Peraltro la resa media olive-olio presenta variazioni, anche sensibili, da regione a regione, legate non solo alla varietà di olivi coltivati, ma anche all’andamento climatico dell’anno. Nel 2018 la resa massima si è registrata in Liguria (17,5 %), la minima in Piemonte (9,7%).

In Europa, il principale paese produttore di olio d’oliva è di gran lunga la Spagna (per la quale peraltro, nel 2019, di prevede un calo del 30%), seguita da Italia, Grecia e Portogallo (questi ultimi, nel 2019, previsti entrambi in crescita, rispettivamente del 62% e del 39%). Peraltro la produzione della Grecia, nel 2014, nel 2016 e nel 2018 è stata superiore a quella dell’Italia, che in quegli anni ha registrato consistenti riduzioni di produzione rispetto alle medie storiche.