Ilva, nuovo fronte legale. Esposto dei commissari a Taranto

Plauso di Patuanelli. Maggioranza ancora divisa su scudo penale

NOV 16, 2019 -

Roma, 16 nov. (askanews) – I commissari straordinari di Ilva hanno presentato un esposto alla Procura di Taranto per verificare “la sussistenza di ipotesi di rilevanza penale” nei comportamenti di Arcelor Mittal.

In una nota diffusa nel pomeriggio, i commissari spiegano di aver consegnato “mani del procuratore di Taranto dr. Carlo Maria Capristo e del procuratore aggiunto dr. Maurizio Carbone un esposto denuncia contenente fatti e comportamenti, inerenti al rapporto contrattuale con Arcelor Mittal, lesivi dell’economia nazionale”.

L’iniziativa ha subito raccolto il plauso del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli che in un post su Facebook ha ringraziato i commissari. Una nuova partita legale, penale questa volta, che si affianca a quella civile in corso a Milano dove Arcelor Mittal ha chiesto il recesso del contratto ed i commissari hanno depositato un ricorso urgente per scongiurare lo stop produttivo.

Che si stesse aprendo una nuovo fronte legale nei confronti della multinazionale indiana lo aveva già fatto capire il minsitro degli Esteri e capo politico M5s, Luigi Di Maio, che a margine di un’iniziativa a Casoria, ha chiarito: “una cosa è certa, noi trasciniamo la multinazionale in tribunale e chiederemo di rispettare i patti con lo Stato. Quella multinazionale ha firmato un contratto con lo Stato e quindi con il popolo, e se pensa di potersene andare credendo di avere di fronte uno Stato che gli dice ‘vai pure, non succede nulla’, ha sbagliato Stato e governo”.

Restano comunque le distanze nella maggioranza sulla possibilità che venga reintrodotto lo scudo penale. “Se Mittal assicurasse il rispetto del contratto con lo Stato, il governo dovrebbe valutare velocemente un decreto che preveda uno scudo penale di carattere generale” ha affermato il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. Sulla stessa linea Italia Viva con la ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova che ha ribadito la necessità di “togliere gli alibi. Mittal ha posto un problema, bisogna riportare la norma a com’era quando è stato sottoscritto l’accordo”.

Ipotesi ancora una volta respinta dal M5S. In un’intervista a La Stampa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha affermato infatti che “i lavori concordati sono andati avanti e nessuno è stato iscritto al registro degli indagati dalla procura di Taranto. Lo scudo penale non è servito. E non serve. E’ davvero un falso problema come dice Luigi Di Maio. È la paura del nulla”.

Nessuna certezza neppure sulla possibilità di un intervento diretto dello Stato per rilevare l’acciaieria. Su un’eventuale nazionalizzaione “decide il governo” ha detto il segretario dem Nicola Zingaretti da Bologna aggiungendo che “innanzitutto non bisogna spegnere i forni”.

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