Salute, il microbiota umano: chiave lettura malattie oncologiche?

Prime evidenze del suo ruolo chiave

NOV 12, 2019 -

Roma, 12 nov. (askanews) – Esiste una relazione tra microbiota e tumore? Come influisce il nostro patrimonio di batteri sulle infiammazioni e che ruolo ha nella risposta dei pazienti alle terapie oncologiche? Se ne parla al “MIBIOC – The way of the microbiota in cancer”, primo convegno internazionale presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (21-22 novembre 2019) che ospita esperti di tutto il mondo per un primo confronto su attualità e prospettive future del microbiota in ambito oncologico, dalla patogenesi alle terapie.

“Si è sempre pensato che ci fosse una correlazione tra la “flora batterica”, e quindi il microbiota, e il nostro organismo: oggi grazie allo studio di comunità microbiche, cioè la metagenomica, sappiamo che la popolazione batterica svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dello stato di salute dell’organismo ospitante”, spiega Riccardo Valdagni, Presidente di Mibioc e Direttore S.C. Radioterapia Oncologica 1 e Direttore Programma Prostata, Istituto dei Tumori di Milano. “Gli studi sul microbiota in ambito oncologico sono molto recenti, il primo risale al 2009 e da allora ne sono stati condotti 4.000, dei quali il 50% sono studi preclinici, pochissimi ancora gli studi clinici. Tuttavia ci sono dei solidi indizi che ci spingono ad approfondire l’argomento e che ci auguriamo possano portare verso mete importanti”, aggiunge.

“Studiare il microbiota vuol dire valutare come un meta-organismo formato da cellule umane e microbi commensali che vivono nel nostro corpo – anche un 1,5 kg solo nel nostro intestino – sia in grado di interagire con alcuni aspetti della nostra vita e possa anche essere modificato dalla vita stessa, soprattutto attraverso interventi che abbiano l’obbiettivo di modulare l’efficacia delle terapie contro il cancro”, precisa Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori.

Ogni individuo acquisisce al momento della nascita il suo personale microbiota, che sarà il compagno di tutta la vita, e parte integrante dei suoi meccanismi di difesa: un insieme estremamente eterogeneo di batteri, protozoi, funghi e virus che costituiscono la barriera tra l’ambiente esterno e l’interno del nostro organismo. La sua forza è nella diversità, un microbioma ad alta diversità può mantenere determinate funzioni ed è solitamente garanzia di un sistema immunitario sano, mentre un microbioma a bassa diversità può andare più facilmente incontro a carenze e può causare difese immuni alterate. “I batteri dell’intestino esplicano diverse funzioni fisiologiche, ma principalmente formano una barriera fisico-chimica che protegge l’epitelio intestinale dall’attacco da parte di sostanze tossiche o di altri batteri in grado di causare diverse patologie. Da qui la relazione tra microbiota e alcune malattie infettive, infiammatorie croniche, autoimmuni e tumori”, aggiunge Claudio Vernieri, S.C. Oncologia Medica 1, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. (segue)