Cresciuto con l’Isis, il piccolo Alvin in Italia riabbraccia padre

Portato via dal lecchese dalla madre foreign fighter in Siria

NOV 8, 2019 -

Roma, 8 nov. (askanews) – Il piccolo Alvin Berisha è arrivato all’aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci di Fiumicino, dove ha potuto riabbracciare il papà e le sorelle. Il bambino, nato in Italia da genitori albanesi, era stato sequestrato e portato via dall’Italia, nel 2014, dalla madre Valbona Berisha, radicalizzata via web e partita per la Siria per unirsi all’Isis. La madre è morta nel corso di combattimenti e il piccolo era finito in un campo profughi.

“Grande commozione per il papà Afrimm e per chi ha portato a termine una missione complicata, che ha visto il nostro Paese in prima linea”, sottolinea la polizia.

Per completare il rientro del bambino albanese di 11 anni, rimasto in un campo profughi dopo la morte della madre, foreign fighter del Daesh, è stato attivato un corridoio umanitario, il primo dall’inizio della guerra in Siria. L’operazione, da agosto 2019, è stata coordinata dal Servizio per la cooperazione di polizia (Scip) con polizia e carabinieri. Importanti sono stati il supporto della Croce rossa internazionale e della Mezzaluna Rossa che lo hanno assistito direttamente nel campo di Al Hol in Siria. DA qui il viaggio per Beirut e la partenza per l’Italia.

Determinante anche l’attività della polizia scientifica che ha riconosciuto il bambino con la comparazione fisionomica. Un “grande lavoro di squadra internazionale”, grazie al quale, dopo 5 anni Alvin ha riabbracciato finalmente il padre e le sorelle. E tra poco potrà tornare a Barzago nel lecchese, dove viveva con la famiglia.