Manovra: Confindustria Veneto scrive ai parlamentari veneti

"Ferma e decisa contrarietà a introduzione forme imposizione fiscale"

NOV 7, 2019 -

Venezia, 7 nov. (askanews) – Il Presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, ha inviato ai Parlamentari veneti una lettera per stigmatizzare la ferma e decisa contrarietà degli imprenditori regionali all’introduzione di nuove forme di imposizione fiscale, previste dalla manovra di bilancio. Sono tre le misure su cui si chiede ai parlamentari di intervenire: la “plastic tax”, la “sugar tax” e le tasse sulle auto aziendali. La richiesta è di agire nelle sedi opportune per evitarne l’introduzione – che metterebbe in difficoltà importanti comparti industriali del Veneto – e individuare invece strategie alternative a lungo termine, in accordo con il sistema produttivo. La “plastic tax”, lungi dal raggiungere un benchè minimo obiettivo di salvaguardia ambientale, rappresenta soltanto un’imposizione volta a recuperare risorse a discapito di consumatori, lavoratori e imprese. L’unica conseguenza certa dell’applicazione della tassa in questione, per come è stata definita, sarebbe la cancellazione pressoché completa dell’intero settore di produzione e la perdita di oltre 50.000 posti di lavoro. L’industria italiana ha la leadership in Europa nel minor utilizzo di materie prime e di maggior efficienza dei sistemi produttivi, perché gli imprenditori italiani hanno saputo essere lungimiranti, cosa che questo tipo di imposizione vanifica e il cui effetto sarà penalizzare la transizione verso l’economia circolare assorbendo quelle risorse che sarebbero certamente destinate all’innovazione ed al recupero produttivo della materia. Solo nel comparto del packaging vi ricordiamo che sono sorti da più di venti anni consorzi obbligatori per la gestione ed il recupero degli imballaggi che hanno permesso di raggiungere la leadership europea in questo campo. Per quanto riguarda la “sugar tax”, stando alle previsioni di Assobibe (associazione di rappresentanza della produzione di bevande analcoliche) essa peserà sulle aziende che producono in Italia dal 15 al 20% del fatturato, ed una ulteriore contrazione delle vendite anche del 20% dei volumi, e soprattutto si prevede un forte rischio occupazionale per i circa 10.000 dipendenti del settore, di cui una rilevante percentuale occupati nella nostra regione. Per quanto riguarda infine l’aumento della tassazione sulle auto aziendali, stando alle previsioni di Aniasa (associazione di rappresentanza delle aziende del settore) già nel primo semestre 2020 si verificherà un calo di almeno il 10% delle immatricolazioni uso noleggio lungo termine (circa 30.000 unità) con minori entrate per l’Erario e gli enti Locali pari a 190 milioni di euro, minori entrate che aumenterebbero a 260 milioni, considerando l’intero comparto dell’auto aziendale. L’aumento della tassa sulle auto aziendali, già pesante e farraginosa, andrebbe a colpire un settore completamente fiscalizzato e che favorisce il rinnovo del parco circolante con i conseguenti benefici anche di natura ambientale, oltre che per il comparto “automotive” di cui in Veneto risiedono molte aziende della filiera produttiva. E l’attuale dettato della norma andrebbe a colpire in maniera significativa anche i dipendenti, oltre che le imprese, per le auto ad uso promiscuo. Il Presidente Carraro, in chiusura della lettera, auspica si trovino soluzioni in grado di valorizzare il lavoro e i lavoratori piuttosto che penalizzare l’impresa senza curarsi delle pesanti ricadute economiche ed occupazionali che esse comportano.