Invecchiare meglio, il modello Ferrero per l’active ageing

Ad Alba la quarta edizione del convegno internazionale

NOV 7, 2019 -

Alba, 7 nov. (askanews) – Invecchiare è inevitabile, ma esistono diversi modi in cui questo può accadere, non solo per motivi medici, ma anche sociali. E la Fondazione Ferrero di Alba è un luogo particolarmente significativo in questo senso, sia per il convegno internazionale che ospita per la quarta volta sui temi dell’invecchiamento di successo, sia per i progetti che vengono portati avanti nei confronti degli Anziani Ferrero, ossia i collaboratori del gruppo che hanno maturato 25 anni di attività lavorativa.

“Il nostro modello – ha spiegato ad askanews Ettore Bologna, responsabile medico della Fondazione – si sviluppa in più di 30 anni ed è arrivato adesso a organizzare eventi internazionali su questo tema e supportare e partecipare direttamente a ricerche con importanti università nazionali”.

Ricerche dalle quali sono emersi anche alcuni dati che evidenziano come gli anziani che frequentano le attività della Fondazione Ferrero vivano più a lungo. “I dati molto interessanti – ha aggiunto Bologna – evidenziano da un lato una diminuzione dei costi sanitari, ma il dato più eclatante della ricerca è che la nostra popolazione ha tendenzialmente una vita media più lunga”.

Tra i relatori del convegno anche Luigi Ferrucci, direttore scientifico del National Institute on Aging di Baltimora, negli Stati Uniti, a cui abbiamo chiesto una definizione di invecchiamento. “L’invecchiamento – ci ha spiegato – è l’equilibrio tra accumulo del danno e capacità di riparazione e via via che il danno si accumula, la nostra capacità di riparazione si riduce. La medicina ufficiale ci ha abituato a misurare solamente il danno, oggi dobbiamo cominciare a misurare la capacità di riparare questo danno”.

Una riparazione che passa anche attraverso semplici cambi di abitudine e di mentalità, che consentono di avvicinarsi al concetto di “active ageing” che la Fondazione Ferrero sostiene con forza. “La differenza enorme e abissale – ha aggiunto il professor Ferrucci – è tra l’essere sedentari e camminare dieci minuti al giorno. La differenza è straordinaria, la mortalità tra i sedentari raddoppia. Essere attivi è aumentare un pochino quello che si sta facendo oggi, e questo di per sé avrà effetti strabilianti”.

Effetti che derivano anche dal modo in cui l’anziano pensa a sé e alla propria vita, al di là del semplice dato anagrafico. Laura Fratiglioni, direttore del Aging Research Center dell’istituto Karolinska di Stoccolma: “Io penso – ci ha detto la professoressa – che l’intervento sociosanitario che sta facendo la Ferrero abbia un effetto di questo tipo: creare una motivazione nel paziente di prendersi cura del proprio corpo e della propria salute”.

E quando abbiamo chiesto anche a lei una ricetta per invecchiare meglio, ci ha risposto così: “Io sempre dico semplicemente di cercare di trovare anche nell’ultima fase della vista la motivazione a dare il meglio di sé rispetto a se stessi, ai propri interessi, ai propri familiari e alla società. Per avere ancora un engagement nella vita”.