Abruzzo, Febbo: faremo di tutto per salvare i lavoratori Oma

Dopo lo stop dei due stabilimenti e dichiarazione di fallimento

OTT 30, 2019 -

Pescara, 30 ott. (askanews) – “Come Governo regionale abbiamo seguito fin dall’inizio l’evoluzione della vicenda Oma comprendendo immediatamente che si trattava di una situazione complicata sia per gli aspetti legati alle procedure concorsuali sia per i rivolti di carattere penale. Di una cosa possono stare certi i centocinquanta lavoratori delle due aziende del gruppo che hanno sede in Abruzzo: faremo tutto ciò che è nelle ns possibilità per individuare una soluzione che garantisca continuità produttiva e possa assicurare un futuro ai dipendenti ed alle loro famiglie”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive dell Regione Abruzzo Mauro Febbo, all’indomani della notizia della mancata concessione dell’esercizio provvisorio da parte dei giudici del Tribunale di Pescara e dopo lo stop dei due stabilimenti abruzzesi Oma all’indomani della dichiarazione di fallimento: “Cosa auspicabile ma altrettanto prevedibile – ha aggiunto Febbo – in considerazione del fatto che il Magistrato deve comunque tener conto della tutela dei terzi creditori. in ogni caso, comprendiamo lo scenario drammatico che ha comportato lo stop delle attività all’interno dei due stabilimenti Oma di Tocco da Casauria e di Castiglione a Casauria. Dal momento in cui il Tribunale di Pescara ha dichiarato con sentenza il fallimento dell’azienda – ha spiegato Mauro Febbo – dopo che la procedura di concordato preventivo non ha avuto esiti, sono in contatto costante con il curatore fallimentare Roberto Costantini per capire quali margini ci sono per scongiurare il blocco delle attività che determinerebbe la perdita delle commesse. Il curatore sta facendo un gran lavoro di “tessitura” avendo incontrato, nell’immediato, le tre ditte che si erano dichiarate disponibili al subentro mentre, nella giornata di domani, incontrerà le ditte fornitrici provenienti da Firenze. Alla curatela, sia il sottoscritto che le Organizzazioni Sidacali, abbiamo rappresentato che la cessazione, anche temporanea dell’attività, comporterebbe grave nocumento al prosieguo di qualsiasi attività”.