Bolzano: FdI, in Parlamento caso medici che non parlano italiano

Urzì: interrogazione al Governo

OTT 15, 2019 -

Roma, 15 ott. (askanews) – Il caso dei medici senza alcuna conoscenza della lingua italiana e la cui posizione voleva sanare la ormai nota legge “europea” (quella che cancellava Alto Adige) approda in Parlamento. Ad annunciarlo è Alessandro Urzì, Consigliere regionale e provinciale de L’Alto Adige nel cuore Fratelli d’Italia.

“Una richiesta di chiarimenti al governo, d’intesa con il sottoscritto, è stata depositata dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni, e dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, Francesco Lollobrigida. L’interrogazione urgente è rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ed al ministro per gli affari regionali Boccia”.

L’interrogazione di Fratelli d’Italia “punta l’indice non solo quindi sulla parte della legge che riguarda la denominazione Alto Adige, al centro della celebre vicenda dello “sbianchettamento”, ma anche sul passaggio relativo ai titoli per praticare la professione medica in Italia che sarebbero elusi dalle normativa emanata dalla semplice legge provinciale”.

Si è introdotta un’ulteriore misura di separazione dell’Alto Adige dal sistema nazionale in quanto si autorizzano, con legge provinciale, i medici che conoscono solo la lingua tedesca all’esercizio della professione attraverso il proprio ordine o collegio professionale nell’ambito della provincia di Bolzano, riconoscendo sì la parificazione fra le lingue italiana e tedesca dettata dall’articolo 99 dello Statuto di Autonomia ma ignorando che ai sensi del medesimo Statuto è l’italiano “la lingua ufficiale dello Stato” e che come tale essa deve essere conosciuta”.

“Al Governo è chiesto se intenda impugnare questa norma che travalica l’ambito legislativo della Provincia di Bolzano limitando l’applicazione dello Statuto, nella parte in cui riconosce il primato della lingua italiana che non può essere limitato con una semplice legge provinciale creando una sorta di extraterritorialità dell’Alto Adige rispetto al resto del territorio nazionale”, conclude Urzì.