Farmaci introvabili, venduti all’estero dove rendono di più

Tobia (Federfarma): ma è legale grazie a libera circolazione merci

OTT 11, 2019 -

Roma, 11 ott. (askanews) – Farmaci più comuni o facilmente rimpiazzabili, come quelli per la tosse, ma anche farmaci salvavita, anticoagulanti, per la terapia del Parkinson. La lista delle medicine che non si trovano è lunga: oltre 2.200 secondo l’elenco che l’Agenzia del Farmaco tiene continuamente aggiornato e che pubblica sul suo portale. Un problema che si fa sempre più pressante e che, come sottolineato dal direttore generale di Aifa, Luca Li Bassi, intervenuto a una tavola rotonda all’Assemblea Pubblica di Farmindustria, “riguarda moltissimi Paesi dell’Unione Europea “, tanto da essere stato affrontato anche dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema). Un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale in Italia ma anche in Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, Slovenia, Austria, Norvegia, è stato evidenziato, ma le cui cause non sono chiare.

“E’ un problema concreto e reale che non riusciamo a risolvere – spiega ad Askanews il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia – che mette in difficoltà il farmacista costretto a dire no a un paziente che viene nelle nostre farmacie, al quale dobbiamo negare il diritto a una terapia, peraltro prescritta dal medico, che gli assicura il mantenimento dello stato di salute, e che umilia la figura stessa del farmacista il cui ruolo è dispensare farmaci”.

“Bisogna comunque distinguere – spiega – tra farmaci carenti e farmaci indisponibili. I farmaci carenti sono quelli ‘temporaneamente’ non disponibili, quelli per i quali l’azienda farmaceutica titolare dell’autorizzazione di immissione in commercio (AIC) si trova impossibilitata per un periodo di tempo limitato e per cause magari tecniche (un problema produttivo, una catena di produzione che non va a regime o che si guasta…) ad assicurare la distribuzione ai pazienti”. Si tratta di una assenza “temporanea” dal mercato: “Il problema ha un inizio e una fine”, spiega l’esperto.

“I farmaci indisponibili, invece sono quelli regolarmente prodotti dal titolare della Aic che ma che per motivi diversi, uno dei quali è il parallel trading, sono carenti nel normale ciclo distributivo delle farmacie”: in sostanza, le case produttrici preferiscono spostare le forniture di medicinali verso Paesi dove il farmaco viene pagato di più rispetto all’Italia. “Questo è uno dei problemi più gravi – spiega Tobia – per il quale molto spesso si verificano situazioni difficili per l’aprovvigionamento di alcuni farmaci. Abbiamo provato con l’Aifa a segnalare il fenomeno, ottenendo anche risultati, ma la questione è un’altra e cioè che questo è un problema europeo, con radici europee perchè di fatto per la libera circolazione delle merci tutto questo è legalmente possibile, quindi bisogna trovare una soluzione che tuteli il mercato nazionale e l’interesse dei cittadini nei confronti di un fenomeno che se pur legittimo mette in difficoltà il sistema”.

“L’Aifa – aggiunge – può fare certamente qualcosa, fa, e ha già fatto inserendo questi farmaci in un elenco che pur se temporaneamente blocca le esportazioni. Noi come Federfarma stiamo facendo tutto il possibile, ma di certo bisognerebbe andare un po’ più a fondo verificando come e con quali modalità vengono rilasciate le licenze di distribuzione all’ingrosso affinchè tutte le norme vengano rispettate. E questo non è compito nostro”.

Già da tempo la vicenda è all’attenzione di Aifa che ha anche istituito una task force interna dedicata. E il direttore generale Li Bassi ha più volte rassicurato i pazienti ricordando che “quasi sempre esistono farmaci equivalenti o valide alternative terapeutiche”, la questione del trading “parallelo”, però non può essere l’unica causa, non si spiegherebbe perchè, altrimenti, ha più volte avuto modo di sottolineare, “ad esempio in Svizzera, dove i farmaci hanno prezzi alti e ci sono le sedi di molte multinazionali, ne mancano oltre 500”.

Lo scorso 2 luglio si è riunito per la prima volta il Tavolo di lavoro voluto dal Ministero della Salute per approfondire la questione della carenza farmaci e prendere provvedimenti. Fra le questioni in esame “le ipotesi di indisponibilità derivanti da condotte illecite da parte di alcuni soggetti della filiera farmaceutica o estranei alla stessa, come furti e riciclaggio dei farmaci e “rastrellamento” finalizzato all’esportazione”.