Parte dell’Italia la prima denuncia penale contro la tratta

Di due avvocati di Milano, intervista a Famiglia Cristiana

OTT 9, 2019 -

Roma, 9 ott. (askanews) – “L’immigrazione e la tortura sono due realtà diverse: la prima è un fenomeno, che va regolato dalla politica; la seconda è un crimine, che va condannato in modo deciso e coraggioso”. Lo spiega l’avvocato milanese Giuseppe Pellegrino che, insieme al collega Alberto Ferrari, ha deciso di presentare la prima denuncia penale contro la tratta. I legali – in una intervista a Famiglia Cristiana – hanno assunto la difesa di sette migranti – che hanno riferito le violenze vissute nell’arco del loro percorso migratorio dai Paesi sub-sahariani dell’Africa Occidentale, fino alle sponde del Mediterraneo – alla corte penale internazionale, con lo scopo di aprire un’indagine sui Paesi interessati dal fenomeno della tratta, così come descritta dagli assistiti: Mali, Burkina Faso, Niger, Libia ed Italia.

La particolarità di questa denuncia – che è stata accolta e, quindi, l’iter processuale è stato avviato – risiede nel fatto che è la prima del suo genere e che viene, appunto, presentata alla corte dell’Aja, la stessa del processo di Norimberga, per intenderci, istituita proprio per i crimini di guerra. “Non ci siamo rivolti alla corte europea dei diritti dell’uomo”, commenta l’avvocato Ferrari, “perché volevamo che il processo fosse di natura penale. La tratta è un crimine, e come tale va perseguita”.