Pomodoro d’Abruzzo, meno 40% nella produzione di bottiglie

Per clima anomalo secondo i dati Colidiretti, ma sale la qualità

SET 11, 2019 -

Pescara, 11 set. (askanews) – Anno terribile per passate e pelati made in Abruzzo. La produzione del pomodoro abruzzese, con particolare riferimento alla prelibata varietà “a pera”. Coldiretti Abruzzo stima un calo produttivo del 35% con punte anche del 40% con particolare riferimento alla provincia pescarese e alle zone costiere (colpite dalle grandinate) in cui la produzione di pomodoro è particolarmente diffusa. “La diminuzione della produzione di pomodoro ha riguardato tutta la penisola, ma in Abruzzo il fenomeno è stato particolarmente sentito. Ad avere sofferto sono state principalmente le coltivazioni di pomodoro tipico, primo fra tutti il pomodoro a pera d’Abruzzo che è molto delicato e risente maggiormente delle variazioni climatiche – dice Gianni Fragassi, vicepresidente di Coldiretti Pescara e titolare dell’omonima azienda agricola di produzione di conserve a Città Sant’Angelo “Ovviamente questo ha comportato un leggero aumento dei prezzi, circa il 20%, con una qualità comunque garantita. Quest’annata ce la ricorderemo, cinque anni fa ci fu una situazione simile e questo fatto ha determinato una diffusa preoccupazione e una sorta di “caccia” al prodotto locale anche da parte del consumatore privato”. “A determinare la diminuzione della produzione ha influito sicuramente l’andamento climatico bizzarro e le improvvise grandinate che hanno compromesso gran parte dei raccolti – aggiunge Giuseppe Scorrano, produttore di pomodoro a pera con azienda agricola a Pianella e delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo – si consiglia di fare quindi attenzione a ciò che si acquista controllando bene l’origine in etichetta della provenienza del pomodoro, anche in considerazione della grande concorrenza dei paesi esteri. Ricordiamo che dal 2018, grazie alla nuova normativa nazionale non è più possibile spacciare per Made in Italy i derivati del pomodoro importati dall’estero preservando maggiormente quindi la produzione nazionale e quindi regionale”.