Cei: Parlamento legiferi su suicidio assistito prima di Consulta

Il 24 settembre la decisione dopo il caso del dj Fabo

SET 11, 2019 -

Roma, 11 set. (askanews) – Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, fa appello affinché il Parlamento legiferi in materia di fine vita prima che la Consulta, interpellata sul caso del dj Fabo, si esprima il prossimo 24 settembre, indicando una linea di limitazione del danno che proverrebbe dalla depenalizzazione del suicidio assistito.

“Incaricato dalla Corte costituzionale di legiferare attorno alle questioni dell’eutanasia e della morte volontaria, il Parlamento si è limitato a presentare alcune proposte di legge, senza pervenire né a un testo condiviso, né ad affrontare in modo serio il dibattito”, ha detto l’arcivescovo di Perugia ad un convegno organizzato dalla Cei con tutte le associazioni cattoliche impegnate in materia bioetica e diversi parlamentari. “Ora, per evitare che una sentenza della Consulta provochi lo smantellamento del reato di aiuto al suicidio, il Parlamento – come ha auspicato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – dovrebbe in breve tempo poter discutere e modificare l’art. 580 o, comunque, avviare un iter di discussione della legge che potrebbe indurre la Corte stessa a concedere un tempo supplementare. La via più percorribile sarebbe quella di un’attenuazione e differenziazione delle sanzioni dell’aiuto al suicidio, nel caso particolare in cui ad agire siano i familiari o coloro che si prendono cura del paziente. Questo scenario, tutt’altro che ideale, sarebbe comunque altra cosa rispetto all’eventualità di una depenalizzazione del reato stesso. Se si andasse nella linea della depenalizzazione, il Parlamento si vedrebbe praticamente costretto a regolamentare il suicidio assistito. Avremmo allora una prevedibile moltiplicazione di casi simili a quello di Noa, la ragazza olandese che ha trovato nel medico un aiuto a morire, anziché un sostegno per risollevarsi dalla sua esistenza tormentata. Casi come questi sono purtroppo frequenti nei Paesi dove è legittima la pratica del suicidio assistito”.

“Siamo qui – ha detto Bassetti – insieme per riflettere sulla questione del cosiddetto “suicidio assistito” e sulla sua regolamentazione da parte del Parlamento o, in sostituzione del Parlamento, da parte della Corte Costituzionale. La questione è stata sollevata il 14 febbraio dello scorso anno dalla Corte d’Assise di Milano, a proposito della sospetta illegittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale, che punisce chi aiuta o istiga una persona al suicidio. Il contesto, lo ricorderete, è quello del processo a Marco Cappato per aver assistito e confermato Fabio Antoniani nelle sue intenzioni suicidarie. La Consulta ha, quindi, deciso di rinviare la trattazione della questione all’udienza del prossimo 24 settembre, invitando nel frattempo il Parlamento a colmare il vuoto giuridico riguardante le situazioni relative al fine vita. Se entro questa data il Parlamento non avrà condiviso un testo unico sull’argomento, la Consulta stessa potrebbe intervenire con una sua sentenza. Se così avverrà – ha detto Basseti – il Parlamento avrà abdicato alla sua funzione legislativa e rinunciato a dibattere su una questione di assoluto rilievo”.