Università, studenti mobilitati contro i test: “Guerra tra poveri”

"Superare il numero chiuso, basta speculare sulla nostra pelle"

SET 3, 2019 -

Roma, 3 set. (askanews) – Nel giorno in cui iniziano i test d’accesso universitari (oggi per Medicina e Chirurgia e Protesi Dentaria, il primo dei 5 per i corsi a numero programmato nazionale: seguiranno i test per Medicina Veterinaria il 4 settembre, Architettura il 5, Formazione primaria l’11 e Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria erogati in lingua inglese il 12) gli studenti si mobilitano per chiedere di superare il numero chiuso con sit-in e flash mob davanti i principali atenei.

In particolare l’associazione nazionale studentesca Link-Coordinamento Universitario ha organizzato una giornata di protesta davanti ai principali Atenei italiani, tra cui Roma, Bologna e Milano: “Al test di oggi – ha ricordato Camilla Guarino – ci sono circa 68.694 iscritti, per 11.568 posti disponibili. E’ inaccettabile che venga fatta questa selezione per diventare medico, quando il nostro Servizio Sanitario Nazionale è in emergenza. I casi degli ultimi mesi sono emblematici: in varie regioni d’Italia sono stati chiamati in servizio medici in pensione, medici militari oppure anche medici neolaureati senza un’adeguata formazione. Siamo contro ogni barriera di accesso dal test di oggi al test di specializzazione che limita ulteriormente il numero di medici, dichiariamo l’emergenza sanitaria e chiediamo che, per rispondere ai bisogni di salute del Paese, venga raddoppiato il numero di borse di specializzazione e ripensato il sistema di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia”.

Per Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, “nonostante il tema del superamento del numero chiuso per i corsi di Area Medica sia stato molto presente nel dibattito pubblico e fosse presente anche tra i punti principali del Governo, ci troviamo ancora una volta ad assistere all’ennesima lotteria dei test d’accesso per i corsi a numero programmato nazionale. Anche quest’anno decine di migliaia di studenti saranno impegnati in quella che ormai rappresenta una vera e propria competizione, una guerra tra poveri, dove i soggetti economicamente meno abbienti e partono fortemente svantaggiati rispetto a chi, già consapevole della propria scelta, ha speso gran parte di quest’anno nella preparazione attraverso corsi privati a pagamento, incentivando attorno al Numero Chiuso un vero e proprio business. Siamo il paese con un numero di laureati di gran lunga inferiore alla media OCSE e con investimenti in istruzione e formazione dei giovani di gran lunga la di sotto della media Europea, eppure piuttosto che inversioni di rotta ed investimenti continuiamo a vedere Numero Chiuso e Test d’Accesso. Inspiegabilmente tutto questo continua ad accadere anche in quei corsi in cui da anni il numero di partecipanti al test e assolutamente paragonabile o addirittura inferiore al numero dei posti messi a bando, come Architettura e Formazione Primaria, in cui il test è solo una formalità che tuttavia rappresenta una spesa ulteriore per i partecipanti”.

L’Udu chiede di “superare il numero chiuso e di rifinanziare in toto il sistema universitario” e “l’immediata abolizione del numero programmato per i corsi in Architettura, Medicina Veterinaria e Formazione Primaria e un piano strutturato per superare nel medio periodo anche la programmazione per Medicina e Odontoiatria, prevedendo nel frattempo l’introduzione di un modello transitorio, che abbia l’obiettivo di arrivare alla totale apertura dei corsi dell’area medica con delle tempistiche chiare e brevi e con finanziamenti congrui alle peculiarità formative e didattica di tali corsi di studio, e parallelamente l’ulteriore ampliamento delle borse di specializzazione medica per eliminare l’imbuto formativo che gli studenti si trovano alla fine del proprio percorso di studi”.

Per Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, “è inaccettabile che uno studente in uscita dalle scuole superiori non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi. I test non valutano realmente la preparazione, ma vogliono selezionare e ridurre in numero i futuri studenti universitari. Il governo deve finanziare realmente l’istruzione pubblica per garantire a tutte e tutti di accedere ai gradi più alti degli studi. È da denunciare, inoltre, la speculazione che i privati fanno sulla preparazione ai test d’ingresso, generando il meccanismo per cui solo chi se lo potrà permettere avrà più possibilità di accedere”.

“Non possiamo trascurare le mancanze di medici e specialisti che già oggi si palesano nel nostro Sistema Sanitario, e che in futuro si aggraveranno notevolmente se non ci sarà un ripensamento delle modalità di accesso al corso di Laurea di Medicina e Chirurgia e del concorso di specialità raddoppiando il numero delle borse e attraverso una programmazione di lungo periodo sui bisogni di salute del nostro Paese”, conclude Giacomo Cossu, coordinatore della Rete della Conoscenza”.