L’abbraccio di Genova ai familiari delle vittime del ponte Morandi

Alle 11.36 la città si è fermata: "Chiediamo verità e giustizia"

AGO 14, 2019 -

Genova, 14 ago. (askanews) – Ha raggiunto il suo climax alle 11.36, con un commosso minuto di silenzio, la commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova, ora in cui esattamente un anno fa hanno perso la vita 43 persone nella peggiore tragedia dal dopoguerra per il capoluogo ligure. Una mattinata segnata dal ricordo delle persone coinvolte nel disastro e dal composto dolore dei familiari delle vittime, espresso con la ripetuta richiesta di “verità e giustizia” davanti alle più alte autorità dello Stato, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e dai vertici del governo, nel capannone dove sorge la base del pilone 9 del nuovo viadotto in costruzione. Poco lontano, i cittadini genovesi davanti ai due maxi schermi che hanno trasmesso in diretta la messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco e gli interventi successivi del sindaco di Genova, del presidente della Regione Liguria e del premier Giuseppe Conte. L’intera città si è fermata raccolta nel ricordo, mentre risuonavano nel silenzio le sirene delle navi in porto, i clacson dei tassisti, le campane delle chiese.

Genova “rinnova l’abbraccio ai familiari delle vittime”, ha detto il cardinale Bagnasco durante l’omelia che ha preceduto gli interventi istituzionali, in una giornata scandita dalla ripetute richieste di “verità” e “giustizia”. A partire dai familiari delle vittime. Bisogna “avere grande determinazione nella ricerca della verità”, ha detto la loro rappresentante Egle Possetti nel suo commosso intervento. “Quanto è accaduto è inaccettabile. I nostri cari hanno avuto una sola colpa: essere in quel preciso istante in quel preciso luogo. Una condanna a morte – ha aggiunto – senza possibilità di appello e come cittadini non possiamo accettare che eventi di questo tipo possano accadere”. Possetti ha ringraziato gli inquirenti per il difficile e impegnativo lavoro finora svolto e ha chiesto ai politici “un segnale concreto affinché i cittadini si sentano tutelati: va gestito con la massima attenzione l’affidamento di beni pubblici. Allo stesso tempo – ha detto – dovrà essere potenziata la vigilanza. Chiediamo anche ai cittadini di essere vigili ed attenti sempre, di mantenere viva la coscienza civile per stimolare l’attenzione della classe politica. Nel nostro Paese la parola principale dovrà essere prevenzione”. E ancora: “Vogliamo giustizia. Se in uno Stato democratico mancasse la giustizia non avrebbe senso la sua esistenza”. Quindi: “processi brevi, perché le famiglie possano trovare pace”, stop alla prescrizione, e “una nuova legge per consentire in automatico e da subito la creazione di un’unità di crisi che gestisca le emergenze economiche e psicologiche”.

“Genova oggi è simbolo di forza d’animo e di volontà di rinascita”, di un Paese “che non dimentica il proprio dolore ma sa adoperarsi per rinascere, per vincere le proprie sfide”, ha detto il premier Conte. “E’ trascorso un anno ma il ricordo di voi non ci ha mai abbandonato”, ha aggiunto, spiegando che “il nuovo ponte dovrà essere percorribile nel mese di aprile dell’anno prossimo”. “Dobbiamo lavorare ancora anche per voi familiari delle vittime; abbiamo aperto un tavolo tecnico – ha proseguito – e stiamo lavorando per vedere come erogare degli anticipi per chi affronta il percorso e le spese giudiziarie. Il nuovo ponte rappresenterà il simbolo della rinascita che sempre deve seguire a un dolore, la vita deve sempre rinnovarsi e riprendere a fluire”.

Alla cerimonia, anche il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli e il vicepremier Luigi di Maio, che si è intrattenuto al termine della cerimonia con i giornalisti. Il leader del Movimento 5 Stelle ha ribadito la sua volontà di revocare le concessioni ad Autostrade. “Siamo qui oggi per commemorare le 43 vittime e perché chi doveva manutenere questo ponte non ha fatto il suo dovere. Di fronte a tragedie come questa il nostro dovere è avviare le procedure per revocare le concessioni”. Per l’altro vicepremier Matteo Salvini, che ha parlato all’uscita, “Genova è come Viareggio, quelle stragi non possono rimanere impunite”. E ha aggiunto: “La richiesta di giustizia e la giustificata rabbia dei familiari delle vittime sono anche le mie”.

Anche il presidente della Regione Liguria Toti ha evocato giustizia: “Il dolore dell’Italia si può lenire solo con la verità – ha detto – che solo un tribunale può pronunciare”. E ha ringraziato il governo e tutte le istituzioni per aver lavorato tutti assieme, “gomito a gomito” nei soccorsi e nella ripartenza, rivendicando “l’orgoglio di una comunità”. Una comunità che, ha detto il cardinale Bagnasco durante la messa, ha espresso “l’anima di Genova, la coriacea volontà di rinascere” dopo “un’Apocalisse che ci ha lasciato senza respiro”.

Al termine della cerimonia il presidente del Consiglio Conte si è a lungo soffermato con i familiari delle vittime e li ha abbracciati, così come poco prima aveva fatto il capo dello Stato Mattarella, come altri rappresentanti del governo. In particolare il premier ha abbracciato e ha parlato con Egle Possetti e con la nonna, quasi novantenne, di Andrea Cerulli, che ha perso la vita nel crollo all’età di 43 anni.

Alla commemorazione, anche il presidente e l’amministratore delegato di Atlantia, Fabio Cerchiai e Giovanni Castellucci, Roberto Tommasi, Ad di Aspi e Giuliano Mari, presidente di Aspi, arrivati prima delle 9. I quattro hanno lasciato la cerimonia poco prima dell’inizio: a quanto si apprende, lo avrebbero chiesto alcuni parenti delle vittime. A poche decine di metri, davanti al maxischermo della diretta dell’evento, centinaia di persone in silenzio hanno seguito l’evento. E un solo striscione: “Via le concessioni a Benetton”.

mda/sam