Formigoni ai domiciliari da un amico, “collaborazione impossibile”

Per Tribunale sorveglianza situazione prescinde da Spazzacorrotti

LUG 22, 2019 -

Milano, 22 lug. (askanews) – Roberto Formigoni è già ai domiciliari nella casa milanese di un amico medico, che si farà carico anche del suo sostentamento economico, dopo che il Tribunale di sorveglianza di Milano ha disposto la scarcerazione. L’ex presidente della Regione Lombardia, che ha 72 anni, sta scontando una condanna definitiva a cinque anni e dieci mesi per corruzione. Ha potuto beneficare, a prescindere della retroattività o meno dello “spazzacorrotti”, della cosiddetta “collaborazione impossibile”. Secondo i giudici non ci sono cioè elementi per valutare la possibilità di una sua collaborazione attuale, nonostante la condotta pregressa, sia durante le indagini sia durante il dibattimento, sia stata in direzione opposta.

Per i giudici, in altre parole, “null’altro la detenzione in carcere può portare” e d’altra parte, nei quasi cinque mesi di carcere, Formigoni “ha dimostrato la capacità di mantenere un basso profilo con gli altri detenuti” che all’inizio, riconosciutolo come un politico influente, gli hanno chiesto più volte di intervenire a loro favore. I magistrati hanno apprezzato anche l’impegno di Formigoni nella biblioteca del carcere e, prima della detenzione, la sua attività di volontariato al Piccolo Cottolengo Don Orione.

Formigoni, in occasione del giudizio del Tribunale di sorveglianza, ha detto per la prima volta che si “conferma” alla sentenza di condanna e riconosce “il disvalore” del suo operato. Valutazioni che per i giudici sono indubbiamente “l’inizio di un cammino”.