A 27 anni dalla strage di via D’Amelio a Palermo il ricordo di Borsellino

Tanti incontri per celebrare il giudice e gli agenti di scorta

LUG 19, 2019 -

Palermo, 19 lug. (askanews) – Ventisette anni dopo la strage di via D’Amelio, Palermo ricorda il giudice Paolo Borsellino, i cinque agenti della polizia di Stato di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, con una serie d’incontri e appuntamenti.  Presente anche l’Associazione nazionale magistrati, che in una nota ricorda: “ci sono donne e uomini del Novecento che con le loro storie testimoniano impegno, dedizione al bene comune, onestà sopra ogni cosa. Paolo Borsellino è uno di loro. Un faro che, a distanza di anni dalla sua scomparsa, continua a indicarci la strada. La strada di chi non scende a compromessi, neanche quando è in gioco la vita. Un esempio che aiuta tutti i magistrati nel loro quotidiano lavoro. Intuizione, capacità e statura morale possono e devono convivere, questo ci ha insegnato Paolo Borsellino”.

Dopo aver deliberato l’approvazione di un’operazione di declassificazione di atti e documenti, in occasione del XXVII anniversario della strage di via D’Amelio, la Commissione parlamentare Antimafia ha intanto pubblicato on line sul sito antimafia.parlamento.it tutti gli interventi di Paolo Borsellino in Commissione antimafia. Alcuni documenti audio erano liberi ma mai pubblicati, altri riservati o segreti e sono stati desecretati.

In particolare, nel corso di una seduta dell’8 maggio 1984, Paolo Borsellino fu audito nella sua qualità di giudice istruttore a Palermo e il giudice affronta anche il tema della sicurezza personale e della gestione dei dispositivi di scorta, evidenziando al riguardo alcune importanti criticità: “Con riferimento al personale ausiliario – disse Borsellino – desidero precisare che non si tratta soltanto dei segretari e dei dattilografi, dei quali dovremmo avere garantita la presenza per tutto l’arco della giornata e non soltanto per la mattinata (perché non lavoriamo soltanto di mattina), ma anche degli autisti giudiziari, perché buona parte di noi non può essere accompagnata in ufficio di pomeriggio da macchine blindate – come avviene la mattina – perché di pomeriggio è disponibile solo una macchina blindata, che evidentemente non può andare a raccogliere quattro colleghi. Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio con la mia automobile e ritorno a casa alle 21 o alle 22. Magari con ciò riacquisto la mia libertà utilizzando la mia automobile; però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per essere, poi, libero di essere ucciso la sera”.

“Oggi la Commissione parlamentare Antimafia ha desecretato tutti gli atti dei suoi lavori fino al 2001, offrendo così un patrimonio prezioso all’intera collettività. Grazie a questa scelta di trasparenza, oggi possiamo riascoltare le parole amare del giudice Paolo Borsellino e la sua denuncia in anni cruciali per la lotta alla mafia. Le sue parole potranno risuonare nelle coscienze di tutti noi”. Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“La decisione dell’Antimafia – aggiunge – è un passo importante, utile a consolidare il rapporto di fiducia tra le istituzioni e i cittadini, a pochi giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio. È un bel segnale affinché nessuno sia lasciato solo nella lotta contro la mafia”.