Banda ultra larga, Regioni: accelerazione per recuperare il ritardo

Delusione di Callari: comitato riunito dopo un anno e senza Di Maio

LUG 17, 2019 -

Roma, 17 lug. (askanews) – Dalle Regioni arriva un appello-obiettivo: accelerare sulla banda larga per recuperare il ritardo; perché l’Italia è al 24esimo posto su 28 paesi dell’Unione europea per diffusione dell’infrastruttura digitale, e “non può più permetterselo”, se vuole restare la seconda manifattura europea.

“La Strategia italiana per la Banda ultra larga è ferma per l’assenza di una politica nazionale che creda in questo progetto e che investa le risorse necessarie. Dopo aver richiesto ripetutamente – come Regioni – la convocazione del Comitato per la Banda ultra larga, il CoBul si è svolto oggi – a quasi un anno dall’ultima riunione – senza la presenza del vicepresidente del consiglio, Luigi Di Maio, che lo presiede”: non nasconde la propria delusione Sebastiano Callari, assessore della regione Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Commissione agenda digitale della Conferenza delle Regioni, che oggi a Roma, nella sede del ministero per lo Sviluppo economico in via Veneto, ha partecipato alla riunione del (CoBUL), presieduto dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi.

“Sulla partita del digitale siamo colpevolmente indietro e la banda ultra larga, che dovrebbe essere la seconda infrastruttura strategica italiana, rappresenta un investimento troppo importante per la competitività del Paese e servirebbe uno sforzo collegiale ed un’accelerazione per recuperare il ritardo accumulato”, ha sottolineato l’assessore, che ha quindi chiesto al governo di sapere quando verranno finanziati i cantieri e quando saranno terminati, evidenziando, come si legge nel documento della Conferenza delle Regioni, “le crescenti preoccupazioni in merito al forte ritardo nell’avanzamento dei lavori sulle aree bianche e all’utilizzo dei fondi destinati a tale intervento (prioritariamente Fesr e Feasr) per i quali in alcuni casi risultano già non assolti gli obiettivi di avanzamento fisico e finanziario concordato con la Commissione Europea”.(Segue)