Roma: le Case famiglia scrivono alla Raggi

La lettera aperta, disabilita' e malattia

GIU 28, 2019 -

Roma, 28 giu. (askanews) – “Marco ha 50 anni. Ha una disabilità gravissima, vive a Roma in casa famiglia. Ha imparato a riconoscere, ha imparato a sorridere. Non parla, ma come canta Niccolò Fabi: “insegna il silenzio in tutte le lingue del mondo”. Non è autonomo in nulla: per mangiare, vestirsi, per andare al bagno serve una persona vicina a lui. È il mestiere faticoso e bellissimo dell’operatore sociale: un factotum capace di “esserci”. È il verbo “essere” che caratterizza il profilo professionale di un buon operatore. Saperci essere. Sempre, in tutte le occasioni”. Prende così il via la lettera spedita al Sindaco di Roma, Virginia Raggi e all’Assessore alle Politiche Sociali Baldassarre, da Casa al Plurale, Federsolidarietà Lazio, Agci Solidarietà Lazio, Legacoopsociali Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, la questione al centro dell’attenzione la Convezione, appena inviata dal Comune di Roma alle case famiglia, che prevede che “in caso di malattia e ospedalizzazione della persona con disabilità” non venga corrisposta alcuna retta. Le Associazioni hanno deciso di mettere nero su bianco il proprio sconcerto. “Quando una persona con disabilità viene ricoverata, le spese per la casa famiglia aumentano, non diminuiscono. Ma soprattutto avete mai trascorso, giorno e notte, in un ospedale accanto ad una persona fragile?” chiedono le case famiglia. (segue)