D’Amato (Lazio): sottratti fondi alla sanità pubblica

Agevolazioni fiscali per 4 mld a sanità integrativa

GIU 25, 2019 -

Roma, 25 giu. (askanews) – “E’ paradossale che in un momento in cui le Regioni stanno chiedendo certezza di risorse per il Fondo sanitario nazionale il Governo riconosca la natura non commerciale dei fondi sanitari integrativi come rilevato dalla Fondazione indipendente GIMBE”. Così in una nota l’assessore alla sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato. “Stiamo parlando di 4 miliardi di euro – spiega – di agevolazioni fiscali che non vengono reinvestite nel sistema sanitario pubblico e sono utilizzate dalle assicurazioni e banche senza alcuna regolamentazione rispetto all’appropriatezza con fenomeni di sovradiagnosi e sovratrattamento. Da un lato dunque abbiamo il sistema sanitario nazionale con il finanziamento più basso a livello europeo rispetto al PIL come certificato dal Referto al Parlamento della Corte dei Conti. Dall’altro – sottolinea – si regalano 4 miliardi di agevolazioni fiscali alla sanità integrativa che vede la  gran parte dei fondi erogare prestazioni previste nei Livelli essenziali di assistenza (LEA), ossia con una mano si indebolisce il sistema sanitario pubblico non garantendo pienamente l’erogazione dei LEA e con l’altra si favorisce il sistema integrativo. Basti pensare che le risorse aggiuntive da bilancio regionale che le Regioni mettono a titolo di copertura dei LEA ammontano complessivamente nell’ultimo anno a circa 1,3 miliardi di euro. E’ evidente che è in atto una ingiustizia. Con 4 miliardi si potrebbero garantire totalmente i Livelli essenziali di assistenza (LEA), gli adeguamenti contrattuali per tutto il personale sanitario e un Piano nazionale di assunzioni e di governo delle liste di attesa. Non ho nulla contro la sanità integrativa, ma mi domando perché debbano usufruire di sgravi fiscali per prestazioni lea oltretutto tenendo in considerazione che gli anziani e i pensionati, che hanno una maggiore richiesta di servizi sanitari, non avendo più contratti di lavoro in essere non ricevono alcun beneficio dalla sanità integrativa e lo dimostra il fatto che solamente il 4,7% dei pensionati è iscritto ad un fondo integrativo” conclude l’assessore regionale.