Ue, Fedriga (Lega): rapporto deficit/Pil 3% inattuale

"Profondamente sbagliato sanzionare chi intende superare questo limite per fare investimenti"

GIU 10, 2019 -

Pordenone, 10 giu. (askanews) – “Il rapporto deficit/pil del 3 per cento rappresenta un parametro ormai inattuale se pensiamo che la sua adozione risale al 1992, in un contesto generale dell’economia mondiale profondamente diverso da quello odierno. In quest’ottica trovo profondamente sbagliato sanzionare chi intende superare questo limite per fare investimenti con l’obiettivo di rilanciare le imprese e il lavoro”. Lo ha detto oggi a Pordenone il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, portando il saluto della Regione al convegno organizzato dalla Confcommercio e titolato “Dove sei Europa? Come l’Europa ci semplifica la vita”.

“Non riconoscere le criticità dell’Istituzione europea, arroccandosi esclusivamente sulle positività,che certamente ci sono, significa – ha spiegato Fedriga – decretare la fine dell’Unione stessa. Non si può infatti cercare di convincere i cittadini dell’inesistenza di alcune distorsioni che rendono la percezione dell’Europa come un ostacolo e non come un sostegno alla vita delle persone e all’attività delle nostre aziende”. Come evidenziato dal governatore, in questo momento storico l’Europa si trova davanti a un bivio. “O prendiamo una strada alternativa a quella percorsa finora o altrimenti la Ue è destinata a scomparire”.

Il primo passo, come ha spiegato Fedriga, è quello di riconoscere gli errori generati dalle scelte di Bruxelles che hanno avuto un impatto negativo per molti cittadini del continente. “Prendiamo ad esempio – ha rimarcato il governatore – lo sconto carburanti, di cui beneficiano i territori di confine del Friuli Venezia Giulia, e gli ostacoli che l’Europa minaccia di creare a una soluzione che offre a un settore produttivo l’opportunità di sopravvivere alla concorrenza di uno Stato le cui dimensioni, molto più ridotte rispetto all’Italia, consentono l’applicazione di un diverso regime fiscale”. “Non capire questo – ha affermato Fedriga – significa di fatto aprire concretamente un solco tra le istituzioni comunitarie e le persone che lavorano in un comparto che, senza quella forma di sostegno, sarebbe destinato a un pesante ridimensionamento con le relative conseguenze negative sull’occupazione”.

“La necessità di un cambiamento, testimoniata anche dai cittadini europei con il loro voto, rappresenta – ha concluso il governatore – l’unica possibilità per salvaguardare e rafforzare un’istituzione che deve rigenerarsi riavvicinandosi ai reali problemi della gente, rivalutando anche il ruolo delle autonomie locali e delle regioni”.