##Nomine pilotate: domiciliari per il sindaco leghista di Legnano

Accusato anche di corruzione elettorale. In carcere il suo vice

MAG 16, 2019 -

Busto Arsizio (Va), 16 mag. (askanews) – Tre procedure di selezione “pilotate” nel giro dei sei mesi compresi tra il ottobre 2018 e il marzo 2019 per “piazzare” nei posti chiave dell’amministrazione comunale o di società partecipate amici, uomini di fiducia o altri personaggi “graditi” anche se privi dei requisiti necessari per ricoprire quegli incarichi. E’ un vero e proprio “sistema di colonizzazione politica” quello finito al centro dell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio che oggi ha portato all’arresto del sindaco di Legnano, il leghista Gianbattista Fratus, del suo vice nonchè assessore comunale al bilancio, Maurizio Cozzi, e dell’assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini. Il primo cittadino e l’assessore Lazzarini sono finiti ai domiciliari mentre per il vicesindaco Cozzi si sono aperte le porte del carcere. Altre 7 persone, che non fanno parte dell’amministrazione comunale, risultano invece indagate a piede libero. L’operazione “Piazza Pulita” è scattata alle prime ore dell’alba, con l’intervento di oltre 50 militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano: arresti e perquisizioni che hanno spinto il Prefetto del capoluogo lombardo, Renato Saccone, a commissariare il Comune di Legnano “per garantire il normale funzionamento” della macchina amministrativa.

I tre arresti sono scattati per turbata libertà nella scelta del contraente. Il sindaco Fratus è anche accusato di corruzione elettorale: secondo quanto ricostruito nelle indagini condotte del pm di Busto Arsizio Nadia Calcaterra e coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico, alle elezioni amministrative del 2017 Fratus si sarebbe infatti accordato con il suo sfidante Luciano Guidi, candidato nella lista civica “Alternativa popolare” ma sconfitto al primo turno, promettedogli un incarico in una società pubblica in cambio del suo appoggio elettorale al ballottaggio. Una volta eletto primo cittadino, il leghista mantenne la parola data: face infatti nominare la figlia del suo ex avversario in Aemme Linea Ambiente, società partecipata dal Comune di Legnano. A testimoniarlo sono diverse intercettazioni telefoniche e ambientali riportate nell’ordine di arresto. Tra queste spicca una conversazione dell’assessore Lazzarini che, rivolta al collega Letterio Munafò, osserva: “No, non l’abbiamo sistemata noi la figlia di Guidi. Le nomine sono del sindaco, il sindaco”. In un passaggio del colloquio l’assessore finito ai domiciliari fa anche il nome del leader della Lega Matteo Salvini: “Siccome prima del ballottaggio a livello regionale io ho fatto un accordo con Paolo Alli, Salvini e quell’altro provinciale loro della Lega in cui Paolo Alli e Guidi hanno detto che mi avrebbero appoggiato al ballottaggio e che io in cambio gli avrei dato un posto. Quindi io devo mantenere questa promessa che ho fatto io Gianbattista Fratus, per cui per Aemme Linea Ambiente non dò nessun consigliere in quota a nessun partito. Li scelgo io quindi”. C’è poi un’altra intercettazione particolarmente significativa: è ancora l’assessore Lazzarini a confermare che “Fratus ha fatto un accordo pre-elettorale con Alli a livello regionale in cui doveva dare qualcosa per il ballottaggio”.

E’ dal tenore di questi e altri colloqui che, secondo il gip di Busto Arsizio, emerge come la gestione del comune di Legnano fosse “improntata non tanto al soddisfacimento delle esigenze e degli interessi pubblici, quanto ispirata alla collocazione dei vari settori interni al Comune e alle municipalizzate di amici, conoscenti o comunque persone gradite e in ogni caso manovrabili”. E tutto questo grazie a “spregiudicate manipolazioni delle procedure ad evidenze pubblica”. Nel dettaglio il sindaco Fratus, il suo vice Cozzi e l’assessore Lazzarini avrebbero pilotato due procedure: la prima per far nominare un dirigente “gradito” al Comune di Legnano e la seconda per pilotare la scelta del direttore generale della municipalizzata Amga. Al solo vicesindaco Cozzi è invece contestato il tentativo di “sponsorizzare” un suo uomo di fiducia, il commercialista Gabriele Abba, per fargli ottenere un incarico profesionale nella partecipata comunale Europa Service. Nomina non andata in porto per decisione dello stesso commercialista che, a sorpresa, rifiutò di partecipare alla procedura di selezione. “Non lo ha fatto perchè è un cagasotto”, si sfoga Cozzi in una conversazione intercettata.

L’inchiesta della Procura di Busto Arzizio scattò nell’ottobre 2017 per iniziativa dello stesso Fratus, che si presentò in Procura consegnando ai magistrati un dossier anonimo su Amga dedicato alla “mala gestio” che avrebbe caratterizzato la municipalizzata legnanese negli anni compresi tra il 2013 e il 2016. Un boomergang per il sindaco, incastrato proprio dalle intercettazioni effettuate dagli investigatori delle Fiamme Gialle anche grazie alle microspie piazzate nei vari uffici del Comune di Legnano. “Bisogna pilotarla questa qua, bisogna prendere una persona che si conosce, serve una persona di nostra fiducia”, dice in una conversazione intercettata l’assessore Lazzarini. “Una volta che si individua la persona basta, la gara non ha alcuna valenza”, mette in chiaro in un’altra intercettazione il vicesindaco Cozzi. Parole che denotano lo “fortissimo senso di illegalità” di Fratus e degli altri due arrestati che, come ha sottolineato il pm Calcaterra in conferenza stampa, “non percepiscono assolutamente la gravità e il disvalore delle loro azioni”.