Assosementi: innovazione vegetale per tutelare il grano duro

Con varietà più resistenti a stress clima e con più proteine

MAG 15, 2019 -

Roma, 15 mag. (askanews) – Proteggere la pasta italiana grazie alla selezione di varietà più resistenti agli stress climatici e capaci di garantire contenuti proteici sempre più elevati, per ridurre la dipendenza dalle importazioni. Sono questi i risultati che promette di raggiungere l’innovazione vegetale per tutelare il frumento duro, secondo quanto espresso da Franco Brazzabeni, Presidente della sezione cereali di Assosementi, nel corso della tavola rotonda “L’agricoltura (smart?) del futuro: le sfide ambientali e il ruolo dell’innovazione” che si è svolta questa mattina a Foggia durante Durum Days 2019.

“Il frumento è uno dei pilastri dell’alimentazione umana, dato che a livello mondiale fornisce il 20% dell’apporto calorico e proteico – ha dichiarato Brazzabeni. Questa coltura strategica oggi è minacciata dai cambiamenti climatici: nel 2018 le alte temperature e la siccità sono state tra le principali cause del sensibile calo delle produzioni, basti pensare che durante la delicata fase della fioritura ogni grado oltre la media provoca una perdita compresa tra il 5 e il 7%”.

“Per rispondere alla necessità di produzioni stabili ed elevate e al tempo stesso soddisfare le richieste di sostenibilità e tracciabilità da parte dei consumatori diventa fondamentale investire nell’innovazione vegetale, mettendo a disposizione del mercato varietà sempre più resistenti a patogeni e che quindi richiedono meno interventi chimici, ovvero altamente performanti in condizioni ambientali non ottimali” ha aggiunto Brazzabeni. Il completamento della sequenza del genoma del frumento apre scenari importanti, soprattutto a fronte dei progressi che permetterebbero di garantire, in tempi rapidi e costi contenuti, le “New Breeding Techniques”.

“Dagli Anni Settanta la ricerca ha consentito di aumentare notevolmente le rese, fino al raggiungimento di un incremento di 19,9 kg/ha per anno, e di rispondere alle esigenze dei trasformatori. Oggi il settore sementiero italiano è al lavoro per mettere a disposizione varietà dall’elevato contenuto proteico – una peculiarità che al momento è caratteristica dei grani di importazione – a supporto di filiere del Made in Italy finalizzate alla produzione di pasta di qualità che non debbano più dipendere dall’estero” ha continuato Brazzabeni.

“Il sostegno all’innovazione vegetale deve passare però dalla difesa del seme certificato, uno strumento che incide solo per il 2% sul totale dei costi di produzione e offre in cambio, oltre alla garanzia di purezza e germinabilità, anche di sostenere gli investimenti messi in campo dalle industrie sementiere. Per questo Assosementi ritiene fondamentale che la prossima PAC preveda che il sostegno accoppiato già previsto per il frumento duro sia condizionato all’impiego di seme certificato”, ha concluso Brazzabeni.