Magnani, Leonardo non si chiamava “da Vinci”

Nuovi studi rivelerebbero la vera identità del Genio fiorentino

MAG 9, 2019 -

Roma, 9 mag. (askanews) – Di lui pensiamo di conoscere tutto eppure Leonardo Da Vinci non nacque nel 1452, non era figlio ma nipote acquisito del notaio Ser Piero in Vinci, sua mamma era una nobildonna e non una donna dei ceti bassi della società e non fu neppure allievo del Verrocchio ma, semmai, un compagno di banco. Gli studi approfonditi degli scritti su Leonardo, delle sue opere e dei suoi dipinti portati avanti da anni dallo studioso Riccardo Magnani, uno dei massimi esperti di Leonardo da Vinci e del Rinascimento più in generale, irrompono nell’anno delle celebrazioni del 500nario e, documenti alla mano, potrebbero stravolgere la conoscenza finora diffusa sui dati fondamentali della vita del Genio, partendo proprio dall’anno in cui egli nacque e dalla vera identità dei suoi genitori.

“L’unico dato pressoché attendibile nelle biografie di questo illustre personaggio – sostiene Magnani – è quello della morte: il 2 maggio 1519 nel maniero di Clos-Lucé ad Amboise. Secondo tutti i più autorevoli biografi (Vasari, De Pagave, Argenville) all’epoca della morte Leonardo era poco più che 75 enne. Basta un facile calcolo matematico per capire che nella più restrittiva delle ipotesi è nato prima del 1443. Un dato che viene confermato dall’unico biografo vivente all’epoca della morte di Leonardo, ossia Antonio de Beatis, segretario personale del Cardinale Luigi d’Aragona, il quale nel 1517 scrive: ‘andammo a visitare messer Leonardo da Vinci fiorentino, vecchio di più di 70 anni’. Questa testimonianza conferma inequivocabilmente che la data di nascita è almeno anteriore al 1446.

Oltretutto, premesso che Leonardo è un patrimonio universale, a sedare la querelle sul fatto se Leonardo fosse italiano, francese o di chissà quale altra nazionalità (senza considerare che all’epoca non esistevano le nazioni, bensì Ducati, Regni e Signorie) si ricorda che nel documento di inumazione presso la chiesa di Saint-Florentin, compilato dal Melzi, si legge: “Leonardo de Vinchy, nobile milanese e primo pittore del Re”. Perché allora gli studiosi hanno assunto universalmente come data di nascita di Leonardo il 15 aprile 1452? “Nel 1746 – sottolinea lo studioso – il biografo Giovan Battista Dei suggerì questa data dopo aver trovato un appunto del padre del notaio di Vinci nel registro dell’Archivio storico fiorentino e interpretando ciò che Vasari aveva scritto ne ‘Le Vite de più eccellenti pittori, scrittori e architettori’ al capitolo relativo a Leonardo, presumendo cioè il fatto che Ser Piero in Vinci fosse il padre legittimo di Leonardo e collocando, in conseguenza di ciò, la sua nascita ad Anchiano per una mera presunzione priva di ogni fondamento”.

“Le Vite” di Giorgio Vasari venne però stampato due volte: la versione a cui tutti si ispirano, Dei compreso, è la seconda, del 1568, una rivisitazione (edita da Giunti) della precedente, più scarna di immagini ma più ricca di particolari. “Nella prima versione de “Le Vite” – sottolinea Magnani – libera della censura imposta alla seconda versione da Pio V e Cosimo I, Vasari scrive chiaramente: ‘Adunque mirabile et celeste fu Lionardo, nipote di Ser Piero da Vinci, che veramente bonissimo zio e parente egli fu nell’aiutarlo in giovanezza’. E in un passo successivo aggiunge: ‘quantunque non funse legittimo figliuolo di Ser Piero da Vinci, era per madre nato di buon sangue’. Appare evidente il fatto che il notaio fosse considerato alla stregua di uno zio (come Vasari nella prima stesura del testo lo definisce ben altre 5 volte), forse un tutore, ma non certo un padre. Oltretutto, Vasari, ci dice che la mamma non era la schiava Catarina, (semmai Catelina, come scrive nei suoi codici, se fosse vero che ne celebra il funerale nel 1493, cosa che non corrisponde al vero), ma una nobildonna fiorentina”.

Ma chi erano, allora, i veri genitori di Leonardo? Il professor Magnani non ha dubbi: Leonardo nasce a Firenze. “La storia dei genitori di Leonardo la si riscontra in ciò che è racchiuso nei cicli dipinti dal Beato Angelico, da Benozzo Gozzoli e dal Ghirlandaio tra Firenze e San Gimignano. La madre, mantellata dell’ordine della Misericordia e facente parte della famiglia dei Tornabuoni, viene ingravidata da Piero de’ Medici, figlio di Cosimo; per proteggerne la maternità, Pierozzi, priore del Convento domenicano di San Marco, istituisce nel 1441 l’Oratorio dei Bonomini di San Martino in Firenze, dove Leonardo nasce e passa i primissimi anni della sua vita. Leonardo, dunque, è un de’ Medici, fratello di Lorenzo e zio di quella Caterina che diverrà poi la controversa Regina di Francia: nasce nel 1442 (compatibilmente con quanto scritto da tutti i biografi dell’epoca) e porta il nome di Giovanni, come scritto anche nel ciclo di affreschi del Ghirlandaio in Santa Maria Novella”.

Il cambio di conoscenza sulla genitorialità e la data di nascita, come un effetto domino, modificherebbero tutta la datazione e le conoscenze sulla vita e le opere di Leonardo come ad esempio la sua presenza a Milano, documentata secondo Magnani da testimoni diretti (Vasari, Benedetto Dei, Benozzo Gozzoli) già prima del 1465 e il suo essere allievo di Verrocchio: “Non fu suo Maestro: Leonardo, all’epoca in cui lo si vuole a bottega del Verrocchio, era in realtà già più abile di lui sia in pittura e sia in scultura. Scrive infatti Vasari nella versione del 1550 de ‘Le Vite’: ‘Fu condotto a Milano con gran reputazione Lionardo a’l Duca Francesco, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perché sonasse’. Quindi Leonardo era a Milano al tempo del Duca Francesco (che Vasari cita una seconda volta, ricordando che a lui venne venduta una rotella dipinta da Leonardo per ‘CCC ducati’), che ricordo morì nel 1466.

Quindi necessariamente Leonardo dovette essere a Milano prima di quella data (come confermano anche il Dei e l’Anonimo Gaddiano) ed era già riconosciuto sia gran musicista e sia ‘abile dipintore’. Per questo motivo ho fondati elementi per pensare che Leonardo e Verrocchio, pressoché coetanei, furono compagni di banco e con loro Botticelli, Ghirlandaio e molti altri”.