Garante Lazio: riforma ordinamento penitenziario occasione persa

Si risolverebbe problema del sovraffollamento

MAG 7, 2019 -

Roma, 7 mag. (askanews) – “La mancata riforma dell’ordinamento penitenziario che per molti reati minori prevedeva l’accesso alle pene alternative al carcere avrebbe ridotto moltissimo il sovraffollamento. Oggi un quarto dei condannati  sconta pene inferiori a tre anni in Italia, il 30% nel Lazio persone che stanno per periodi brevi e che astrattamente potrebbero accedere a pene alternative al carcere. In Lazio il 50% dei detenuti a un residuo pena inferiore ai due anni. Se con meno di un anno residuo si potesse accedere sempre alla detenzione domiciliare o all’ affidamento in prova il nostro sistema sarebbe in equilibrio”. Così Stefano Anastasia, Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, rispondendo ai cronisti a margine della presentazione della relazione “Tendenze, politiche e criticità della privazione della libertà nel Lazio”, presentata oggi nella sede del consiglio regionale del Lazio. “Ci sono delle previsioni di legge che per alcuni reati negano l’accesso alle pene alternative penso siano decisioni di legge sciocche, ma ce le dobbiamo tenere. Ogni pena che si conclude in carcere è una sconfitta” ha aggiunto.