Truffa delle cremazioni in Trentino, spoglie separate dalla bare

In un capannone scoperte 27 casse con i resti di persone defunte

APR 18, 2019 -

Roma, 18 apr. (askanews) – Una cooperativa sociale dell’alta Valsugana, in possesso delle autorizzazioni per il trasporto dei defunti, anziché portare come previsto le salme dai cimiteri ai forni crematori, le depositava in un capannone a Scurelle (Trento), in località Asola, dove venivano separate le spoglie dei defunti dalla casse funebri in legno e zinco, ricollocandole quindi in sacchi di nylon che venivano successivamente riposti in scatole di cartone le quali, una volta sigillate, venivano inviate al forno crematorio. Le casse funebri, invece, dopo essere state sezionate e separate dalle parti metalliche venivano avviate a smaltimento in centri della zona: una modalità di gestione che permetteva di ottenere alla cooperativa un vantaggio economico dovuto dai minori costi di cremazione, stimato in circa 400 euro a salma.

E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Trento che, insieme ai colleghi di Borgo Valsugana e alla Polizia Locale della Valsugana e Tesino, ieri hanno trovato all’interno del capannone a Scurelle, dell’area artigianale “ex Samatex”, 27 bare contenenti resti di persone estumulate o esumulate da numerosi cimiteri del Veneto.

Gli agenti della Polizia Locale, dopo aver notato che all’interno del capannone, apparentemente in stato di abbandono, si trovavano delle persone intente in attività lavorative, non avendo ricevuto da queste esaustive spiegazioni su quanto stavano effettuando e considerato anche che dall’interno dello stabile provenivano odori sgradevoli, hanno allertato i carabinieri del NOE di Trento e della compagnia di Borgo Valsugana per gli accertamenti del caso. I carabinieri hanno verificato che all’interno del capannone si trovavano delle salme umane e hanno così richiesto l’intervento di personale dell’Ufficio di Igiene e Sanità pubblica provinciale. In una condizione di generale degrado sono state così individuate, accatastate una sopra l’altra, 24 bare contenenti le spoglie di defunti provenienti da differenti aree cimiteriali del Veneto, mentre altre 3 casse in zinco si trovavano aperte sul pavimento.

Il sindaco del Comune di Scurelle ha autorizzato lo spostamento delle salme nella locale area cimiteriale in attesa del loro trasferimento presso i forni crematori. E’ al vaglio degli inquirenti la documentazione amministrativa e ambientale acquisita nel corso delle attività dalle quale, al primo esame, si ritiene che negli ultimi mesi siano transitate dal capannone di Scurelle più di 300 salme.

Della vicenda è stato immediatamente avvisato anche il procuratore Distrettuale Sandro Raimondi e il pm di turno Licia Scagliarini, che hanno disposto il sequestro del capannone. Le ipotesi di reato, al vaglio della Procura di Trento, sono di vilipendio di cadavere e gestione illecita di rifiuti.