Le nuove tecniche della paura con cui i Casamonica spremono le vittime

Come far diventare un fornitore vittima d'usura

APR 15, 2019 -

Roma, 15 apr. (askanews) – “Dei Casamonica e dei loro illeciti comportamenti in forma associata o singola, ma contando sulla forza di intimidazione del gruppo, le persone hanno paura”. Così scrive il gip Gaspare Sturzo nell’ordinanza eseguita stamane dai carabinieri della Compagnia di Frascati nei confronti dei clan Casamonica, Spada e Di Silvio per l’operazione ‘Gramigna bis’.

Il giudice cita le dichiarazioni di una vittima del clan, un noto mobiliere e commerciante di lampadari, che ha la “sventura” di avere i negozi anche nel territorio controllato dal clan. “Questo non è un gioco – ha spiegato lo stesso – E’ pura verità.

I Casamonica oggi non fanno più usura con le minacce perché sanno di poter essere intercettati o di essere denunciati. Sono tutti collegati fra loro. Fanno bene i giornali a definirlo un clan. E vi ripeto non sono uno sprovveduto, faccio il commerciante da una vita e di furbetti ne ho trattati tanti ma vi ripeto loro sono degli abili soggiogatori. Vi dico anche cosa fanno per farti avere timore: ti fanno assistere a delle scene di scazzottate tra loro, anche con l’uso di armi, per farti capire che possono essere anche violenti”.

E poi “una di queste scene l’ho vissuta personalmente ed ho già riferito nel corso delle indagini che vi ho accennato in premessa e mi hanno visto vittima di usura ed estorsione. Questa è la tecnica, credetemi. Non è possibile uscirne vivi. Ultimamente sono arrivato al punto di fare cattivi pensieri relativamente alla mia vita”.

Da tempo sotto inchiesta delle forze dell’ordine e della magistratura i Casamonica adottano nuovi metodi per le estorsioni e si servono sempre meno delle minacce dirette, perché per quello basta il loro cognome. “Un’altra tattica dei Casamonica e quella di farsi fare dei preventivi tutti superiori a dieci/quindicimila euro. Oggi vi dico che sono tutti pretesti perché fanno preventivi di complementi di arredo che non hanno un senso logico per arredare casa. Magari ti chiedono due sedie fatte in un modo e due sedie fatte in un altro, due tavoli diversi nello stesso salone. Insomma tutto per superare almeno un importo di quindicimila euro. Ti mettono mille/duemila euro nelle mani per forza, anche se tu gli dici che è inutile perché ci vorrebbe del tempo per ricevere la merce.

Sono talmente insistenti che quando ce l’hai al negozio, pur di mandarli via perché altrimenti i clienti ‘normali’ si allontanano, te li prendi”, spiega il commerciante.

A quel punto la trappola è scattata. Perché dopo pochi giorni all’improvviso esponenti del clan contattano la vittima per riavere l’acconto e interrompere la trattativa. “Se tu gli rispondi che non ci sono problemi, trovano una scusa per non riprenderseli. Se invece, qualcuno di loro mi ha chiesto l’acconto indietro e in quel momento non era possibile ridarlo, scattava l’ennesimo stratagemma, ovvero iniziano insistentemente a dirti che hanno bisogno subito di questi soldi perche devono immediatamente definire una loro a dirti che hanno”.

E’ una “tecnica collaudata”. “Ti mettono in mano diecimila euro e spariscono, per poi tornare dopo tre o quattro mesi dicendo che gli servono assolutamente questi soldi. Puntualmente il malcapitato non li ha disponibili e quindi loro gli dicono che sono costretti a ‘comprarli’ a loro volta a tasso usuraio”, creando un capitale che la vittima viene costretta a riconsegnare. E così da mobilieri si diventa debitori ‘strozzati’.

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