Vinitaly: al supermercato prezzi in aumento del 6,5% consumi -3,8%

Uno studio Iri presentato a Veronafiere lo rivela

APR 8, 2019 -

Verona, 8 apr. (askanews) – Non piace ai consumatori l’aumento dei prezzi del vino al supermercato. Di fronte ad un aumento medio del 6,5% nel 2018, il consumatore ha ridotto gli acquisti del 3,8%. Tanto più che le promozioni di vini a prezzi scontati sono diminuite di due punti percentuali. Con cambiamenti significativi nelle dinamiche di acquisto: la riduzione della forbice di prezzo tra vini generici, vini Igt, vini Doc e Docg ha portato ad uno spostamento verso l’alto con i soli vini Doc e Docg che mantenendo le posizioni (-0,7% a volume). Tuttavia, al netto degli effetti inflattivi della scarsa vendemmia del 2017, l’aumento del valore del vino nella Grande distribuzione (Gdo) viene considerato come una tendenza positiva e necessaria sia dalle cantine sia dalle insegne distributive. E’ quanto emerso oggi a Vinitaly dalla tavola rotonda sul mercato del vino nella Gdo, organizzato da Veronafiere in collaborazione con l’istituto di ricerca IRI, condotta da Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch.it.

La “scommessa sul valore”, un processo portato avanti insieme da anni da cantine e insegne distributive, significa prezzi adeguati al valore del vino e stabilizzati, in modo da consentire lo sviluppo di strategie di medio lungo periodo. Per difendere il vino dalle oscillazioni di valore delle uve e da impennate impreviste del mercato del vino sono importanti i severi Disciplinari dei vini a denominazione, la valorizzazione dei vini territoriali e quindi dei brand.

“Vendemmie abbondanti o scarse hanno effetto sui prezzi delle uve destinate ai vini, in particolare ai vini da tavola, che pagano le forti oscillazioni al rialzo con importanti cali dei volumi – ha detto Virgilio Romano, Business Insight Director dell’istituto di ricerca IRI – I disciplinari delle denominazioni proteggono da tali forti oscillazioni permettendo alle aziende di mantenere politiche commerciali e di marketing stabili nel tempo. Agli inizi del duemila la percentuale di vini con marchio di qualità (Docg/Doc/Igt) era inferiore al 60%, oggi siamo arrivati intorno al 70%. La strada è questa, continuare a valorizzare territori e produzioni”.

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