Class action, sì definitivo Senato: è legge. Scontro M5S-Fi

M5S: più tutele cittadini, Fi: penalizza imprese

APR 3, 2019 -

Roma, 3 apr. (askanews) – Il Senato ha approvato a larghissima maggioranza il ddl di riforma della class action che sposta la disciplina dell’azione collettiva dal codice del consumo a quello di procedura civile, generando uno strumento di portata più ampia. I voti a favore sono stati 206, gli astenuti 44 e un solo voto contrario, quello del senatore di Fi Gaetano Quagliariello che ha votato ‘no’ in dissenso dal proprio gruppo che si è astenuto. Sul provvedimento infatti si è aperto scontro fra M5S e Forza Italia, con i pentastellati che rivendicano come una propria vittoria l’aver riformato la vecchia azione di classe del 2006.

Grande soddisfazione è stata manifestata dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che nella scorsa Legislatura aveva proposto un testo simile. “Finalmente i cittadini italiani hanno uno strumento per unirsi e far valere insieme i propri diritti.

Finalmente la giustizia in Italia è al servizio dei cittadini onesti”, ha commentato. Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, parla di “strumento efficace per far valere i propri diritti. Ora – ha sottolineato – i cittadini saranno più forti e potranno difendersi dai comportamenti scorretti di gruppi di potere, lobby e aziende senza scrupoli”.

Compatti tutti i senatori pentastellati a rivendicare la vittoria. Alessandra Riccardi, capogruppo in commissione Giustizia di palazzo Madama, ha commentato: “L’approvazione della nuova class action è una vittoria del Movimento 5 Stelle e di tutta l’Italia. Da oggi i cittadini hanno a disposizione uno strumento efficace per far valere i propri diritti nei confronti delle imprese che si comportano in modo scorretto”.

Forza Italia è andata invece all’attacco, annunciando l’astensione dal voto. Per i senatori azzurri si tratta di una “brutta legge fatta male e promossa peggio che porterà ulteriore confusione e danni al Paese”. Un “testo pasticciato scritto guardando a una sola delle parti in causa, quella dei consumatori, quasi che le imprese siano considerate sempre in malafede e quindi non meritevoli di tutela e da penalizzare”.

Il testo – simile a quello proposto da Bonafede e il cui iter di approvazione si era poi bloccato – contiene diverse novità. Dallo spostamento della disciplina al codice di procedura civile, all’ampliamento delle situazioni giuridiche tutelate, fino al passaggio di competenza alla sezione specializzata in materia d’impresa dei tribunali.

Gab MAZ