La ‘Design economy’ in Italia: 30mila imprese fatturano 3,8 mld

Realacci (Symbola): "Settore strategico per economia circolare"

APR 1, 2019 -

Milano, 1 apr. (askanews) – Sono 192.446 le imprese del design in Europa, per un fatturato complessivo pari a circa 25 miliardi di euro. Quasi un’impresa continentale su sei parla italiano, con 30.828 aziende presenti nel Paese. In Italia il settore dà lavoro a 50.226 persone per un giro d’affari da 3,8 miliardi di euro nel 2017. E’ quanto emerge dalla lettura del rapporto Design economy, realizzato da Symbola con la collaborazione di Deloitte.

Per la prima volta in Italia il numero di imprese supera quota 30mila. Rispetto all’anno precedente, si legge nel rapporto, crescono numero di imprese (+5,6%), occupati (+1,9%) e fatturato che aumenta dello 0,9% e riesce a far meglio della media europea (+0,6%). Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, invece, sono le regioni più vivaci: qui risiede il 50% del valore aggiunto e degli addetti del settore.

Numeri positivi che non sono bastati a recuperare il gap con i paesi in testa: la Germania può contare su un fatturato complessivo di 4,2 miliardi di euro e il Regno Unito schizza a 6,2 miliardi, sebbene entrambi i mercati siano indietro per numero di imprese. “Paesi – viene spiegato da Symbola e Deloitte – in cui i policy makers hanno creato nel tempo un vero e proprio sistema di politiche di sostegno alla diffusione della cultura del design e del suo ruolo nei processi di innovazione”.

Da parte dell’esecutivo c’è attenzione verso il design italiano, ha detto il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli: “E’ una risorsa strategica e trasversale per il nostro Paese, un comparto dell’economia italiana in crescita, capace di connettere il mondo della progettazione con quello della produzione, della formazione, il settore del commercio con il turismo”. Il settore, capace di unire “arte e industria”, rappresenta “una eccellenza” sulla quale, ha sottolineato il ministro, è necessario “investire e puntare, anche nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del Paese”.

Il settore del resto, come ha evidenziato il presidente di Symbola, Ermete Realacci, “non è legato solo all’estetica, ma anche alla capacità di risolvere problemi complessi: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati”. Secondo Realacci, il design può essere quindi “strategico per sviluppare una nuova generazione di prodotti che nel segno della bellezza rispondano ai dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità. Un passaggio fondamentale per una economia in grado di affrontare la grande sfida dei mutamenti climatici”.