Allarme gastroenterologi:carenza specialisti sta diventando emergenza

Nel 2025 ne mancheranno 17mila. Sarà il collasso per Ssn

MAR 29, 2019 -

Roma, 29 mar. (askanews) – Mancano specialisti in gastroenterologia, un allarme che deve giungere al più presto alle orecchie delle istituzioni affinché possano essere messe in campo soluzioni per non privare i cittadini di queste figure professionali fondamentali. È questo l’argomento della tavola rotonda istituzionale ‘Carenza di specialisti: criticità e proposte’, durante il congresso nazionale delle malattie digestive, che quest’anno si è svolto all’Ergife Palace Hotel di Roma per festeggiare il suo 25° Anniversario. Un compleanno importante che vede unite tutte le società scientifiche gastroenterologiche (AIGO, SIED, SIGE, AISF, AISP, IG-IBD, SIGENP, SINGEM) e non gastroenterologiche (ADI, GISCoR, SICCR, SICO) che hanno interesse e si occupano a vario titolo di malattie dell’apparato digerente.

“I reparti di gastroenterologia stanno chiudendo uno dopo l’altro – hanno detto i partecipanti alla tavola rotonda – e questo comporta lo spostamento dei pazienti verso le chirurgie e verso la medicina interna, con un aumento dei costi e un evidente peggioramento della qualità assistenziale, a tutto danno dei pazienti e dello stesso Ssn”. A lanciare l’allarme sulla progressiva carenza di specialisti è la presidente FISMAD Maria Caterina Parodi: “Entro il 2022 andranno in pensione oltre 30 mila specialisti ospedalieri e 5 mila universitari e ambulatoriali convenzionati. Nel 2025 si arriverà ad un collasso del ‘sistema salute’ per l’assenza di quasi 17 mila specialisti, un crollo dovuto al mancato ricambio generazionale causato dall’imbuto formativo creatosi in questi anni. Sono 10 mila i laureati in medicina ogni anno, 6.934 sono stati i contratti di formazione specialistica nel 2018, con un aumento di 900 borse previsto nel 2019. Numeri insufficienti – sostiene Parodi – per ridurre il deficit atteso. Bisognerebbe evitare, innanzitutto, le numerose borse di studio che ogni anno vanno perse e far fronte alla fuga dei giovani specialisti che dal Sud si trasferiscono al Nord Italia o all’estero, sono ben 1000 specialisti all’anno”. Per quanto concerne i gastroenterologi, Parodi dichiara: “Nel 2020 mancheranno oltre 1200 specialisti solo per garantire l’attività endoscopica ambulatoriale esclusa la colonscopia di screening. I contratti di formazione post-laurea in gastroenterologia sono meno di 1/3 rispetto a quelli in chirurgia, medicina interna, cardiologia”.

Secondo dati diffusi da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, l’Italia ha i medici più vecchi d’Europa, con il 54 per cento del totale che supera i 55 anni. È dunque evidente come il nostro Paese sia particolarmente interessato ai problemi che pongono l’invecchiamento della popolazione professionale operante nel Servizio sanitario nazionale e il suo pensionamento, presente e futuro, considerando anche la recente introduzione della ‘quota 100’. Questo soprattutto a fronte delle criticità del sistema formativo post-lauream – le scuole di specializzazione – che non riescono a coprire il fabbisogno di medici.