Ama, Lemmetti: i servizi cimiteriali? Se ne parla dal 2012

Da allora ci sono interlocuzioni tra Roma Capitale e Ama

MAR 21, 2019 -

Roma, 21 mar. (askanews) – “Le prime interlocuzioni sul servizio accessorio dei cimiteriali nasce dal 2012, è dal 2012 che il Campidoglio interloquisce con l’azienda sul contratto servizio sulla gestione dei servizi cimiteriali. La mia nota del 23 agosto del 2018 sarebbe la numero 30 dal 2012, nella mia comunicazione faccio riferimento a un totale di 60 milioni tra contratto di servizio e realizzazione di manufatti. E’ dal 2012 che ci sono interlocuzioni tra dipartimento ambiente Roma Capitale e Ama”. Parole dell’assessore al Bilancio e al coordinamento strategico delle Partecipate di Roma Capitale, Gianni Lemmetti, in audizione alla Pisana in commissione Rifiuti del consiglio regionale del Lazio. “Nell’ambito della realizzazione della macrostruttura e ridistribuzione delle deleghe, io – ha spiegato – prendo l’incarico nell’agosto 2017, dopo la nota numero 19, ma prendo la delega alle Partecipate a maggio 2018, quindi oltre la nota numero 27. Ci sono eventi, soprattutto normativi, che hanno interessato Roma Capitale che ha attivato la contabilità armonizzata, solo nell’ultima annualità possibile cioè nel 2015”. Nel ripercorrere quanto avvenuto Lemmetti ha spiegato che “quando arrivo io cominciamo a lavorare sul bilancio consolidato di Roma Capitale per la prima volta fatto nel 2017 relativo ad annualità 2016 dove si toccò argomento delle riconciliazioni sulle partecipate”. E’ dettagliato il racconto di Lemmetti. “A seguito delle riunioni fatte nel 2017 tra Roma Capitale e Ama sono emerse, sui 18 milioni, delle compensazioni eseguite nel tempo senza il rispetto del contratto di servizio ne’ delle determine sulle compensazioni di crediti e debiti verso le società partecipate. Il che vuol dire che dentro il contratto di servizio venivano accertati maggiori incassi per la gestione dei servizi cimiteriali che dovevano transitare sui conti tesoreria e non su quello di Ama: questa cosa accadeva fino al 2016”. Come spiegato dall’assessore “c’erano crediti della società verso Roma Capitale e ricavi che la società faceva per i servizi cimiteriali resi. Siccome il servizio era affidato in base a un contratto che delineava le attività che Ama doveva svolgere è come dovevano essere rendicontato i flussi su ciò che pagavano i cittadini, e che dovevano andare sul conto di tesoreria, ci siamo accorti che i due dati non collimavano. Questo dato è stato oggetto di comunicazioni dal 2012 fino ad adesso: i ricavi verso l’ente non erano uguali ai crediti della società partecipata. Abbiamo quindi iniziato a fare delle verifiche, e abbiamo detto (ad Ama, ndr) hai ricavi in più perché prendi i soldi dai cittadini (e non dal contratto di servizio) che pagano i servizi cimiteriali ma quei soldi devono transitare sul conto di tesoreria”. Quindi “la comunicazione che abbiamo fatto all’azienda è “ci devi ridare la differenza tra quanto è previsto nel contratto di servizio e quanto hai incassato dai cittadini, il che equivale a 18 milioni, che l’azienda nel 2017 restituisce perché abbiamo il bonifico da parte dell’Ama che da’ i soldi a Roma Capitale come per dire ‘Avete ragione, abbiamo fatto le verifiche, ve li devo ridare””. “Due volte, il 30 settembre e a dicembre, in Assemblea capitolina abbiamo approvato due bilanci consolidati dove tutta questa attività di rendicontazione e’ stata fatta dall’ente, dove Ama ha partecipato a tutti i tavoli dove venivano analizzati debiti e crediti tra lei e Roma Capitale. Le società in house e pubbliche devono rispettare quanto deliberato dagli organi consiliari e dalla Giunta del socio, non perché lo decide Lemmetti”. “Ci siamo incartati su questi 18 milioni – ha aggiunto – perché l’Ama ce li ha restituiti, a quel punto per noi erano maggiori incassi che dovevano passare sul conto di tesoreria e abbiamo restituito all’Ama i soldi privati dal contratto di servizio, come funziona per la Tari. Se l’assemblea Capitolina delibera per due volte un bilancio consolidato in cui determina come sono classificati i crediti, dopo 30 interlocuzioni che ci sono dal 2012, la società partecipata prende a riferimento il fatto che il socio sui propri debiti verso di lei ha preso una sua decisione. Nella lettera di agosto 2018 dico ad Ama che il socio, attraverso l’Assemblea Capitolina, ha preso una decisione, ti ha richiesto 18 milioni, glieli hai anche restituiti e nel bilancio consolidato c’è scritto che non è corretto rispetto agli atti dell’ente il fatto che tu abbia scritto nel tuo bilancio quei soldi come crediti, come dire “te li ridò, ma me li ridarai””.