Salvini, il Senato dice no al processo. Lui: “Non lascerò morire nessuno, ma porti chiusi”

Il ministro rivendica la scelta e ringrazia M5s: "Agito in due"

MAR 20, 2019 -

Roma, 20 mar. (askanews) – L’aula del Senato nega l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avanzata dai magistrati di Catania per il caso della nave Diciotti. La votazione elettronica ha fatto emergere infatti una netta prevalenza di voti contrari al processo a Salvini.

Il voto proseguirà fino alle 19 per i senatori che non hanno partecipato al voto elettronico. Ma il risultato mostrato dal tabellone non lascia spazio a stravolgimenti della decisione. Stando alle dichiarazioni di voto dei gruppi, il risultato finale dovrebbe portare a 242 voti a favore della relazione di Gasparri e quindi contro il processo a Salvini.

Il ministro dell’Interno ha rivendicato le sue scelte sul caso della nave Diciotti per la quale la procura di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti ipotizzando il reato di sequestro di persona. Matteo Salvini ha preso la parola in aula al Senato per dare la sua versione dei fatti e per la prima volta, ammette, “ho un testo scritto” per riportare dettagliatamente tutti i passaggi formali che dimostrano come la sua decisione fosse “nell’interesse nazionale”.

Nella sua replica Salvini ha voluto anche pubblicamente ringraziare “il Movimento 5 stelle: Queste cose si fanno in due”, ha detto riconoscendo di aver condiviso con “unanime determinazione” la politica di sicurezza e di gestione dei migranti. “Per andare a processo dovrei mentire a questo Senato e agli italiani, dovrei dire che non ho fatto l’interesse pubblico e a me dire bugie viene poco e viene male… è un mio limite”, ha esordito il leader della Lega in Aula.

Salvini ha ricostruito tutti i passaggi di quei giorni di agosto ricordando che “non va sottovalutata la possibilità che i flussi migratori siano veicolo per l’arrivo in Italia di soggetti infiltrati a scopo di azioni violente”. Come aveva segnalato il Comitato per la sicurezza nazionale. “Abbiamo risolto il problema senza esporre a nessun rischio gli ospiti della nave Diciotti, volevamo coinvolgere la comunità internazionale e ci siamo riusciti e i numeri sono evidenti”, ha rivendicato il titolare del Viminale. “Abbiamo salvato e soccorso ma aperto un contenzioso” con altri paesi che avevano preso degli impegni nei Consigli europei, ha ricordato il ministro dell’Interno e “alla fine della vicenda eravamo riusciti a coinvolgere Irlanda, Albania, Cei e altri paesi europei perchè è chiaro ed evidente che quattro giorni di permanenza nel porto italiano sono serviti all’interesse pubblico italiano, a svegliare qualcuno che evidentemente stava dormendo”.

Il leader leghista ha polemizzato anche con le opposizioni, la sinistra in particolare che lo accusa di non avere a cuore i diritti dei migranti: “Noi soccorriamo tutti, non sarò mai un ministro che lascia morire senza muovere un dito nel mar Mediterraneo”, ha assicurato ribadendo poi la linea dura sull’immigrazione. “Io sono per meno porti aperti, meno sbarchi, meno morti…. Più che porti aperti, qualcuno vuole più cimiteri aperti”.

In conclusione il ministro forse un po commosso si è rivolto all’Aula con un gesto di rispetto: “Comunque votiate vi ringrazio. Continuerò a fare questo mestiere senza paura” perchè “amando l’Italia dedico la mia vita a questo splendido paese”.

Cam