Carcere Poggioreale, successo per due progetti per i detenuti

Presente anche l'attore Salvatore Striano

MAR 14, 2019 -

Napoli, 14 mar. (askanews) – Si sono conclusi oggi, all’interno del carcere di Poggioreale, a Napoli, i progetti iniziati ad ottobre 2018 ideati e strutturati dall’associazione “La Mansarda” guidata dal presidente Samuele Ciambriello, destinati ad alcuni detenuti del padiglione Firenze e del padiglione Genova. I progetti, dal titolo “condividendo” e “ri-esco”, sono stati portati avanti nel tempo dalle volontarie dell’associazione, ente che dalla fine degli anni ’80 opera negli istituti penitenziari campani. Con i due progetti si è lavorato sulle emozioni dei detenuti, sull’analisi ed il confronto di sensazioni ed idee, attraverso l’aiuto di testi letterali e corti cinematografici. Questo ultimo incontro ha visto la partecipazione dell’attore napoletano Salvatore Striano.

“L’associazione ‘La Mansarda’ all’interno del carcere di Poggioreale opera gratuitamente da diversi anni, nei diversi padiglioni, con professioniste che attraverso i loro progetti fungono da ponte, da zattera per i ‘diversamente liberi’. Ci sentiamo, nello svolgere questa funzione, come coloro che creano relazioni umane finalizzate a valorizzare il tempo passato in carcere”, ha dichiarato Samuele Ciambriello, attuale Garante dei Detenuti della Regione Campania. Emozionante la testimonianza di riscatto che ha tenuto l’attore napoletano Salvatore Striano che ha raccontato dei suoi trascorsi nelle carceri di Nisida, Poggioreale, Santa Maria Capua Vetere e Rebibbia e della sua nuova vita come attore di cinema e di teatro e testimone di legalità.

“Una bella ed emozionante esperienza – l’ha definita l’attore napoletano Salvatore Striano – a cui avrei voluto dedicare personalmente più tempo. Ho spronato i detenuti, attraverso la mia personale testimonianza, a riprendersi in mano la propria vita, anche utilizzando l’arte e la cultura come mezzo. Da oltre 10 anni partecipo o organizzo iniziative come quella di stamane nelle scuole o nei penitenziari, ponendomi non come “vip” ma come “artista socialmente utile”. L’appello che faccio ai miei colleghi è quello di avvicinarsi a questi mondi, affinché attraverso il cinema ed il teatro si possa evitare che la scuola sia vista come un carcere e provare a far si che i carceri diventino sempre più scuola”, ha concluso Striano.