Perché la politica molisana deve vergognarsi

FEB 25, 2019 -

Roma, 25 feb. (askanews) – (di Antonio Maria Barbieri, 20 anni)

Secondo gli ultimi dati ISTAT il Molise è la prima regione d’Italia per abusivismo edilizio, per 100 abitazioni legali, ce ne sono 70 abusive. E davanti a questo problema la politica sapete come risponde? Semplicemente non risponde. Ho seguito con grande interesse le ultime elezioni regionali (aprile 2018) e nessun candidato, di nessuna forza politica ha mai speso una sola parola su questo tema. Si è parlato di tematiche importanti come la sanità e gli sprechi perché con maggiore apprezzamento popolare-elettorale. E dunque, seppur retorica, la domanda sorge spontanea: la politica deve occuparsi solo delle tematiche che riscontrano il sostegno popolare? La risposta è NO! La politica è il coraggio di prendere delle scelte. La politica è il coraggio di decidere da che parte stare; se stare dalla parte dei furbi o degli onesti, se stare dalla parte di chi paga le tasse per avere i servizi o di chi non le paga pretendendo i servizi.

Ammetto che è difficile prendere delle scelte però ritengo che sia indispensabile. Un cittadino onesto è un cittadino che si schiera e che non si nasconde dietro le ipocrisie o dietro a dei giochi di parole. Un cittadino onesto deve pretendere dalla politica sia la trasparenza che la legalità. Un cittadino è onesto solo se ha una coscienza culturale critica e quest’ultima, purtroppo, non appartiene assolutamente alla maggioranza dei molisani.

L’abusivismo edilizio prima di essere tale è un abuso culturale. È la pretesa di poter agire con la convinzione che lo Stato possa coprire il tutto come la polvere sotto il tappeto. E questo è un vero e forte patto culturale tra “politica” e “furbi” che consente ad entrambi di sopravvivere. E oggi, non capire, che proprio questo patto infame ha distrutto la nostra Regione vuol dire essere innocentemente o consapevolmente colpevoli di un disastro che è testimoniato dalla realtà attraverso dinamiche sociali ed economiche.

Non capire che l’abuso è un errore commesso alla comunità significa essere colpevoli. Non capire che questa scorciatoia è il successo dei vigliacchi significa essere parte attiva dei corrotti. Ma il non capire del cittadino si trasforma poi nell’inefficienza dello Stato che giustifica l’abusivismo edilizio parlando di “abusivismo di necessità”. Nessuno abuso è di necessità. Nessuna scorciatoia è di necessità. La vera necessità è quella di ripristinare la legalità e l’onestà, non solo economica e burocratica bensì anche culturale.